mercoledì 30 dicembre 2009

dicembre


e così pure sto mese è passato... e non ho più scritto manco un post. perchè non è successo niente, direte voi. e invece di cose ne sono successe tante e avrei potuto scriverne decine. avrei potuto scrivere dei piccoli duomi milanesi per turisti che credendosi gli aerei dell'American Airlines si sono schiantati sul presidente del consiglio che sì, è caduto come le torri, ma poi si è rialzato... così come avrei potuto scrivere dello scivolone del papa o del vertice di Copenhagen, o di quanto hanno speso gli italiani quest'anno a Natale per comprare regali e panettoni o del gelo polare che si è abbattuto sulla vecchia Torino. avrei potuto scrivere dei giorni di lavoro folli relativi a settimane di acquisti folli, avrei potuto scrivere delle serate trascorse a sistemare casa o di quelle (poche) passate con i vecchi amici o di quella passata a fare l'ex-giuovane clubber, avrei potuto scrivere di Sophi, la gatta ciociara momentaneamente ospite, avrei potuto scrivere del giro allucinante di traslochi e svuotamento case che ha coinvolto la mia famiglia in toto nel giro di 2 mesi... 'somma ne sono successe di cazzate.

tutto questo è assolutamente marginale, relegato alle preoccupazioni vuote, che pure sul momento ci sembrano di vitale importanza, della vita quotidiana.

in realtà nel mese trascorso avrei voluto raccontare due storie: quella di R.ino e di M.P. (che sta per Mio Papà o Mio Padre, a seconda del tono lessicale che si vuol dare).

R.ino, collega mio e del Fisa, è un gran personaggio, un po' come credo tutti quelli che popolano questo blog. R.ino è barotto in toto per quanto abbia vissuto qualche scampolo di vita cittadina, abita a Villanova - che se lo cercate sulla cartina col cazzo che lo trovate - ed è sposato da qualche anno. nella vita ha fatto un po' di tutto tranne che studiare e si è specializzato in service audio e soprattutto luci. ed è sveglio di brutto. è un po' come quei personaggi scanzonati che si ritrovano nelle commedie teatrali, apparentemente sempliciotti ma in realtà furbi, abili conoscitori dell'animo umano ma che sanno anche prendersene gioco, cambiando qualche connotato lo vedrei bene in una commedia di Plauto.
ecco, R.ino ha vissuto un natale davvero strano: sua madre è stata operata di tumore lo stesso giorno in cui gli è nato il primo figlio, Paolo. giornatona.

ma non è il solo ad aver passato un natale imprevisto, anche M.P., seppur con minor adrenalina, mi ha sconvolto. Candido come la neve mi ha "comunicato", come dice lui, che la sua relazione con C. era giunta al termine. a 63 anni, dopo un matrimonio fallito con mia madre e una seconda convivenza di 18 anni si ritrova di nuovo single. le feste le sta passando a dividere casa: dividere nel vero senso della parola perchè vivevano in 2 villette a schiera contigue a cui avevano eliminato i muri e ora li stanno ritirando su...

ennesima conferma che le relazioni affettive nella mia famiglia sono destinate a non durare, fra tutti siamo un vero disastro e combattere dei samskara del genere non sarà affatto facile.

domani è l'ultimo dell'anno, lavoro fino a sera e non ho la minima idea di come passerò il veglione. ho preso in considerazione anche l'ipotesi di starmene a casa tranquillo, qui di tumulti ce ne sono già stati parecchi. speriamo in sto 2010 va'...

martedì 8 dicembre 2009

schizzofrenia


Salva un albero!
Quest'anno a Natale salva la vita di un albero: ogni anno 50.000.000 di pini vengono abbattuti in tutta Europa per le festività e nella maggior parte dei casi muoiono o vengono buttati poche settimane dopo. Quest'anno compra un albero di sintetico Natalox, non ha bisogno di cure, non perde aghi, è ignifugo, e una volta richiuso nella pratica confezione lo puoi comodamente sistemare nello sgabuzzino con il minimo ingombro e riutilizzarlo l'anno successivo! E ricorda, non stai salvando un albero, ma tutti quelli dei prossimi Natali!




Pini Natalizi!
Quest'anno per Natale regalati un vero pino Naturalox: i pini naturali sono ecologici, non inquinano e possono essere ripiantati. I nostri pini non devono essere smaltiti, non sono derivati dal petrolio, non contengono vernici ne coloranti, non inquinano, sono perfettamente ecologici e rappresentano un'importante risorsa rinnavobile del nostro pianeta. Ogni anno, all'interno delle nostre riserve ci occupiamo di tagliare gli alberi superflui per la vita dell'ecosistema e di ripiantare altri pini nelle aree a minor densità in modo da non spopolare mai l'area boschiva! Quest'anno fai una scelta ecologica, compra un pino natalizio naturale!

mercoledì 2 dicembre 2009

potrebbe


guardate che sono stato giovane anch'io. sì, è vero, è stato tanto tempo fa, ma i ricordi, i profumi, le sensazioni di allora sono ancora vivide. quando si è giovani si ha lo slancio verso l'attesa, perchè c'è sempre qualcosa che può ancora accadere, cambiare, e in quelle vicessitudini, fra le danze delle casualità o delle occasioni, ci si butta agili, svegli, con il cervello veloce e il corpo robusto.

cosa intendo per giovane? ma che importanza può avere l'età! c'è chi è gia vecchio a 20 anni, c'è chi è giovane a 50. finchè si vive pensando che qualcosa potrà cambiare in fondo si continua a rimanere giovani. si pensa di poter cambiare lavoro, di avere altri amori, di fare nuove esperienze, di vivere una nuova stagione, insomma... tranne che per i pessimisti cronici, per quelli non è così. ma a pensarci bene un po' pessimisti lo siamo stati tutti, magari a momenti, chi più o chi meno, ma quei periodi in cui si pensa "morissi adesso non cambierebbe niente" credo siano normali. ma poi il giorno dopo, il mese dopo, l'anno dopo, rieccoci a favoleggiare nella nostra mente, a immaginarci un futuro pieno di possibilità, di ipotesi, tutto ancora da scrivere.

ah! il futuro... non è un miracolo il futuro? è lì che ci attende, mi attendeva dovrei dire, pieno di promesse. e anche se le cose non sono mai andate come pensavo, beh, pazienza, non ho rimpianti.
ma quando il futuro è passato, quando non ci sono più cambiamenti in vista, ecco, è allora che ci si rende conto di essere vecchi. quanti anni ho? ma non vi pare un po' irriverente come domanda? ma pensate per voi, piuttosto, anzichè fare i vecchi rincoglioniti davanti alla tv andate a fare qualcosa da giovani, visto che ancora potete.

ho vissuto tanto, il più che ho potuto, cercando di assaporare ogni momento, ogni gusto, ogni sfumatura di questa vita balorda, che a volte ti schernisce e a volte ti porta regali inattesi. ma ormai tutto è passato. si, d'accordo, potrei vivere ancora qualche anno, forse qualcuno in più, ma quel che è fatto è fatto, mi attende solo più un passo da fare, l'ultimo, il più ignoto. perchè non conosciamo nessuno che l'abbia superato e che poi sia tornato a raccontarcelo. beh, nessuno, oddio, forse qualcuno c'è stato, ma è stato tanto tempo fa, chissà...
ma forse, qualcosa, qualche intuizione sulla morte, che è equivalente a dire sulla vita, qualche piccolo barlume c'è stato. sì, lo so, non è che adesso uno legge Tiziano Terzani o chi per lui e tutto diventa facile. li conosco bene quelli lì, scrivere del significato, del mutamento della forma, della completezza e di tutte quelle cose lì è facile: ma lo scrive! chi lo sa poi come sono andate le cose dentro di lui.
però ognuno ha i suoi piccoli momenti mistici, le sue epifanie, le sue rivelazioni intime. immaginazione? forse. ma in fondo non è un po' tutto immaginazione? cioè le cose sono come le viviamo, mica sono come sono, mica hanno un modo di essere proprio.
no, non mi illudo di non aver paura della nera signora, spero di non aver paura della paura, che già non è poco.

giovedì 26 novembre 2009

ordine


Egregio Ing A. L.,
la ringrazio appassionatamente per l'invito al ciclo di conferenze di Ingegneri Ieri. Trovo le sue iniziative degne del più alto interesse da parte dell'ordine tutto e si sentiva da tempo la mancanza di giuovani ingegneri motivati capaci di trasmettere passione e nuove energie ad un ordine che, purtroppo, troppo spesso è condizionato da una vecchia mentalità incapace di innovare.
Io, aimè, non potrò partecipare personalmente causa motivi familiari. In particolare sono dispiaciuto di saltare la serata dedicata alle strutture (mi perdoni, so che lei in realtà sarà oratore sulla sicurezza ma benchè condividiamo lo stesso spirito partecipativo all'ordine ci dedichiamo a due aspetti diversi dell'ingegneria edile!), ma gli impegni relativi alla mia ormai non più giovane età mi impediscono di presenziare. In confidenza le dirò che devo accompagnare la mia giovanissima moglie Carolina a fare un servizio fotografico: da poco ha intreppreso l'attività di modella, all'inizio ha avuto un po' di difficoltà causa il suo seno estremamente sodo e prosperoso che poco si addice alle esigenze del mercato di oggi, ma alla fine il suo viso angelico da porcona e il suo culo di marmo hanno convinto il responsabile della campagna pubblicitaria dei goldoni Spaccatex... e così mi tocca andare con lei in costa smeralda, abbiamo preso una suite, 4 pezzi di bonza e lei ha invitato come sempre la sua amica Lindatrans che viene con quel parlamentare del tal Partito. Sa, prima di ogni lavoro lei vuole farsi scopare ripetutamente e adora farmi pompini fra uno scatto e l'altro, non le dico le litigate con le addette al trucco! Poi la noia dei vari festini, aperitivi, sempre tutti sbronzi e pieni di figa, come mi mancano i tempi in cui partecipavo agli immancabili eventi di INGEGNERI Ieri...
Ma LEI, invece, che è ancora giuovane e rampante potrà preparare la sua relazione durante il weekend e nelle notti settimanali, dopo la gratificante giornata di lavoro e le interminabili riunioni serali, per poter così incantare la platea di ingengneri che parteciperanno al convegno!!! AH che bella la giuovinezza!

cordiali saluti, con affetto e stima

venerdì 20 novembre 2009

luce


dalla finestra entrò un bagliore. subito, attratto, mi avvicinai e mi sporsi fuori per osservare meglio. una luce mi travolse. pura, immensa, da sola rivelava significato su tutto cui si posava. tramortito, indietreggiai.
ora, nel cielo, vedo ancora il bagliore di quella luce, che rischiara sì le mie giornate, ma in modo tenue, non più sfolgorante come prima. mentre vago per le strade alla sua ricerca mi imbatto invece nelle mie illusioni. a volte mi sento perso fra i vicoli della città tentacolare.

giovedì 12 novembre 2009

I&L



I. è sulla via di ritorno ormai. i primi raggi di sole, di un sole appena tiepido come capita nelle mattine di novembre, rischiarano San Salvario. l'aria pungente, preludio all'arrivo del freddo secco dell'inverno ormai prossimo, il cielo immerso in un azzurro intenso, puro, vergine, che di lì a poche ore sarà sporcato dal risvegliarsi sonnolento di Torino. le vie del centro, ora vuote, poetiche, sabaude e proletarie insieme, si riempiranno di borghesi agghingati prima e di cafoni chiassosi dopo.

domenica mattina, ore 10, massimo down.

L., compagno della lunga notte, lo lascia davanti al portone di casa.
L. e I. si sono trovati quasi per caso nella vita, il loro incontro è il risultato di quei luoghi di aggregazione estremi ma che annullano le distanze, che capovolgono i valori. perchè la distanza fra loro è apparentemente enorme, è una distanza fatta di scuole, amicizie, macchine, case e soldi. pochi isolati li separano. ma il portone di I., sempre aperto, nasconde un'isola di immigrati clandestini, spacciatori, famiglie brave e difficili, piccoli criminali, tutti in qualche modo rifiutati dal meccanismo sociale che emargina a zone circoscritte i suoi sottoprodotti derivati, relegandoli alle pagine della cronaca locale ma senza preoccuparsi del perchè esistano.
il portone di L., con codice elettronico e portineria, è sul corso davanti al parco e nasconde sì un'altra isola, fatta questa però di lusso, suv e macchine sportive sepolte nei garage, marmi e domotica: architetti, avvocati, industriali. anche loro separati, divisi in qualche modo dal pulsare della vita cittadina. ma sono due muri invisibili e diversi, due luoghi inaccessibili ai più per motivi opposti...

poche ore prima erano giù, ai muri, nel delirio del sabato sera. avevano iniziato la serata a cena. vino, san simone, un paio di cannoni. e qualche botta in bagno. in fondo cercano a modo loro di moderarsi, inseguono un'immagine di redenzione, perchè non vogliono vedere loro stessi come gli altri, quelli che esagerano davvero, che hanno una decina di anni in più ma hanno perso il contatto con la realtà e a cui i denti sono marciti prematuramente.

un'altro giro in bagno? vai...

con qualche tappa qua e là arrivarono giù, lungo il fiume: the beach, pier, jam, puddhu, doctor sax... uno vale l'altro. bottigliette d'acqua adulterate, sacchette aperte per pizzicare quello che basta con l'indice umido di saliva, qualche consumazione raccattata qua e là...

in quei momenti il cervello si riempie di sostanze miracolose, sintetizzate dal proprio corpo stimolato da altre sostanze miracolose. tutto è caldo, coinvolgente, seratoninico, la musica diventa profonda, avvolgente, le luci ammiccano a miraggi di paesaggi mesopotamici lontani, reazioni chimiche dopate attraversano sinapsi eccitate e spavalde, cavalcano percorsi imprevedibili fra neuroni iperattivi. la musica è spinta, con cassa ritmata e morbida, medio e alte frequenze ipnotiche. una sensazione di abbandono mista ad empatia ti pervade, è uno stato estatico. no, per niente mistico, non è l'estasi dell'anima, interiore, quieta in se stessa, ma l'estasi del corpo, spremuto, su di giri, dalla sensorialità amplificata. il tempo passa velocemente, si consuma, la serata e la vita diventano uno stoppino che per bruciare più ardentemente brucia più in fretta. e ci si tira, perchè quella sensazione non deve scendere, deve stare in alto, e si continua per ore e ore, fino al mattino quando proprio non ce la si fa più.
quando arriva il down, di botto, ci si sente svuotati, freddi, inutili, ed è il momento dell'ultima canna prima di andare a dormire e tutto sommato ce ne si frega abbastanza di tutto, anche del down, perchè mica si è scemi, si sa che c'è un prezzo da pagare.

queste serate danno un senso di unione profonda fra I. e L., perchè quando trovi qualcuno che vive come te, che condivide allo stesso tuo modo quei momenti, si crea un legame particolare, inspiegabile dall'esterno. non è solo quello che si fa o ci si fa, ma anche il come e soprattutto con chi. ma non sono solo le serate, è un'intesa che c'è fra di loro, un modo comune di affrontare ciò che sta attorno, con rabbia, senza compromessi. I. e L. sono due ragazzi speciali, per nulla stupidi, per nulla superficiali, anche se a volte fanno finta di non vedere i loro demoni nascosti. capaci di rispettare, capaci di soffrire. forse non capaci di amare, quello forse non ancora. ma mica è facile.

mercoledì 11 novembre 2009

vomito



no, tranquilli, non ho vomitato veramente. anche se un conato questa mattina mi è salito quando ho sentito in radio che il Berlusca e Fini hanno trovato un accordo sulla diminuzione dei tempi di prescrizione per i reati con pena sotto i 10 anni. forse mi sbaglio, ma sotto la luminosa guida della signorotto di arcore i tempi per i processi sono passati da 20 anni a 6, ma la lentissima macchina burocratica della giustizia è sostanzialmente rimasta uguale, anzi, con un po' di soldi in meno.

ora non è che voglia entrare nel merito delle polemiche sulla sicuramente non perfetta magistratura, però sto nano bastardo mi ha veramente fracassato le palle. ecco, scusate i francesismi ma un po' di sfogo ci sta... ovviamente gli ultimi processi contro Berlusconi grazie a questa fantastica legge cadranno miseramente in prescrizione compreso il processo Mills che durerà giusto ancora qualche mese... fra diminuzione della pena per il falso in bilancio, tempi accorciati per la prescrizione, indulto, immunità per le alte cariche dello stato (lodo Alfano), diritti dello sfruttamento delle frequenze televisive eccetera eccetera eccetera direi che il Berlusca si è dato da fare.

ecco, il video sopra capita a fagiuolo. perchè rispecchia perfettamente la situazione non solo della nostra classe politica, che ha la sua massima espressione nel Berlusca, ma anche la mentalità degli italiani stessi. abbiamo eletto presidente del consiglio un uomo che in qualunque campo abbia giocato (per dirla come piace a lui) è sempre incappato in un processo. nel suo palmares troviamo fra gli altri: la costruzione di Milano2, l'iscrizione alla P2, All Iberian, i terreni di Macherio, il caso Lentini, processo SME, tangenti alla GdF, Medusa Cinematografica, processo Mills... il suo nome viene poi fuori in diversi altri processi, dalle stragi mafiose al traffico di droga, dall'abuso d'ufficio a tangenti varie... guarda caso i suoi compagni di merende Dell'Utri e Previti non sono da meno.

evidentemente ci piace così. io vado a comprare degli antiemetici....

vi lascio con questo, perchè pure i rigidissimi mussulmani (che però hanno il video pieno di simil-gnocca senza veli) ci pigliano per il culo...

sabato 7 novembre 2009

Camilo



... quando la musica è viva ed è espressione di puro godimento. grazie Fisa (*)

(*) il Fisa è uno strano essere sospeso fra mito e realtà. si narra che viva in anfratti/laboratorio angusti e freddi abilmente resi più confortevoli con vari stratagemmi, in particolare l'uso smodato di energia e vetrocemento. di carattere mite e introverso, il Fisa nasconde però doti e talento non comuni. nelle rappresentazioni barotte tradizionali viene descritto come essere mezzo uomo e mezzo fisarmonica, spesso attorniato da una corte di strani personaggi, probabilmente di carattere caricaturale. le sue manifestazioni sono molteplici, ma il suo corpo astrale preferisce prendere forma, oltre che nell'anfratto/laboratorio, principalmente nelle balere o nelle trattorie. sul Fisa aleggia un alone mistico, alcuni antichi testi fanno risalire la sua figura all'ambito dei riti celebrati in onore di Bacco, più incerti e frammentari sono invece sono i legami con i riti Eleusini.

mercoledì 4 novembre 2009

AHIA!



distorsione alla caviglia giocando a basket. 2 giorni a letto + una settimana "poco abile": fermo il corpo, ferma anche la mente. ora va un po' meglio, quasi riesco a zoppicare...

giovedì 22 ottobre 2009

latte


periodo di tranquillità, assorbito dalla casa nuova anche se il trasferimento è ancora lontano. per il resto poche novità: gli amici, il lavoro, la famiglia, gli svaghi... tutto al solito. mi sento sereno ma non particolarmente creativo, non sento nuovi stimoli, non mi intrufolo con curiosità felina dietro nessuna nuova porta.
periodi. vanno e vengono. ce ne sono alcuni di scoperta, altri no. poco male. mi sento un po' così, come il lattaio anni 50 che ogni giorno portava il latte fresco casa per casa, facendo sempre lo stesso giro e salutando di buonumore sempre le stesse persone. percorro la mia semplice quotidianità.

venerdì 16 ottobre 2009

casa2


e buco sia. con la casa intorno ovviamente. dopo mesi, mesi, mesi e mesi finalmente la ricerca della casa è terminata. la scelta è andata su quello strano interno cortile con il tetto bucato e le stanze intorno, la famosa mentina polo già accennata precedentemente.

so che molti amici aspettavano con ansia e trepidazione la notizia della firma dell'accordo in modo da non essere più invasi dalle varie novità che venivano snocciolate ad ogni incontro... ma non vi preoccupate, morto un papa se ne fa un altro: quindi non vi assilerò più con mq, infissi, terrazzi e disposizione dei muri e degli spazi ma bensì con l'arredamento e accessori! mi si è aperto un mondo fatto di ante scorrevoli, piani di lavoro in pietra, mobili con ruote, penisole che navigano per la rete per finire poi nel mio soggiorno... e poi la tinta alle pareti, le luci e tutte le minchiate che riempono le nostre case: passeggiate infinite all'Ikea e passeggiate infinite ovunque per evitare di comprare all'Ikea. probabilmente ci sarà un compromesso, ma non temete miei cari, vi terrò aggiornati.

unico clichè da cui sto alla lontana è il maxitelevisoredoublesurround, la tv è già da tempo abolita a favore del pc... almeno quello...

mercoledì 7 ottobre 2009

so


cos'è questo golpe? io so


io so. io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere). io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.

io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.

io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974). io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum". io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine a criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).

io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli. io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari. io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.

io so. ma non ho le prove. non ho nemmeno indizi. io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.

Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.

[...]

Pier Paolo Pasolini
Corriere della Sera, 14 novembre 1974

articolo completo: http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html

martedì 6 ottobre 2009

settanta


ognuno di noi ha dei temi tormentone. interessi che lo affascinano e che di tanto in tanto tornano a galla catalizzando la propria attenzione. è così anche a livello collettivo e mediatico: ci sono argomenti che spontaneamente o meno invadono periodicamente tv e giornali, sia che siano problemi sociali sia che siano temi più frivoli... se ne stanno lì tranquilli a sonnecchiare, sembrano scomparsi nell'oblio della memoria e poi improvvisamente esplodono come supernove: dai disastri petroliferi in nigeria alla mania per i dinosauri. e ovviamente tutti, dico tutti, dalla portinaia a bruno vespa, si accingono a commentare con aria da esperti.

ora per me è di nuovo il periodo anni di piombo. in un paio di mesi ho ingurgitato "Petrolio" di Pasolini, "Storia Nera" scritto da Colombo in collaborazione con Fioravanti e la Mambro e ho finalmente visto "Romanzo Criminale" di Placido. quindi, ovviamente, forte anche dei vari Blu Notte, mi sento anch'io alquanto arguto ed esperto sugli anni del terrorismo...

quel periodo storico esercita su di me un grande fascino. la mia generazione non sa quasi nulla di quello che è successo e spesso le chiavi di lettura sono così nascoste e mistificate dalla propaganda mediatica che anche la generazione che lo ha vissuto in prima persona ne ha un'idea sommaria, approssimativa.

in primis mi affascina la follia ma anche la vitalità dei militanti rossi e neri, spesso manovrati ad hoc, ma pronti a sacrificare energie, studi e vita in nome di un qualche ideale, magari neanche meglio identificato, ma in qualche modo aspirato e ambito. certo c'era la violenza, le bombe, gli scontri: a 16 anni in piazza con il bastone, a 17 con la pistola, a 18 con il tritolo. certo c'era il terrorismo e spesso anche chi terrorista non era veniva coinvolto volente o nolente, perchè se frequenti un gruppo politico la linea di confine fra te, i tuoi amici e gli amici di amici e pure con i tuoi nemici può essere molto labile. e l'attività terroristica non è cosa buona e giusta.
ma molti dei giovani di quegli anni frequentavano dei nuclei aggregativi basati sulla politica, sui problemi sociali, sulla creatività, erano guidati dall'idea di un cambiamento possibile, reale o fantastico che fosse non importa: il loro sogno era sociale, comunitario, sia a destra che a sinistra. non individualista, non di fare il tronista o la valletta, e porcaputtana c'è una bella differenza... oggi a 16 anni si guarda maria de filippi in tv, a 17 la si guarda sull'iphone, a 18 si va a fare il casting.

alla fine degli anni '70 le divergenze fra rossi e neri erano quasi solo di facciata, mentre il rifiuto delle politiche democristiane faceva da collante. si pensava ad una possibile strada contrapposta al sistema capitalista, consumista e demagogico, c'era il rifiuto di un modo di vivere che sembrava inevitabile, quasi che fosse l'unico.
è anche vero che molti attivisti si sono poi ben ambientati, riciclati e sollazzati in tutto quello che contestavano ferocemente...

gli anni di piombo terminarono nei primi anni 80. spesso si identifica la strage della stazione di bologna come l'ultimo atto di quella stagione. non so perchè ma ho la sensazione che se dovessi definire il giro di boa del paese punterei sulla vittoria dei mondiali dell'Italia nell'82, forse il vero passaggio dal periodo del terrorismo agli anni ruggenti della Milano da bere in cui si dimenticarono in fretta e furia gli ideali (e le ideologie) con relativi attriti del decennio precedente per godersi invece il frutto del boom economico.

ma l'altro aspetto affascinante è la vittoria dello Stato, sia esso quello di facciata o quello nascosto, che ha manovrato, occultato, ucciso. erano anni in cui il fine giustificava i mezzi e non solo fra i terroristi. l'intreccio fra movimenti extra-parlamentari, criminalità, servizi segreti, partiti e interessi nascosti era ramificato e indistinguibile. sono intrecci che portano a indagini farsa, ai processi deviati, a leggende o verità che partono dal progetto gladio fino alla P2: la stagione politica storicamente identificata come strategia della tensione. quello che è certo è che nessuno ci ha ancora raccontato bene cos'è successo, quello che è certo è che i mandanti delle stragi non sono mai stati trovati. centinaia di morti, nessun condannato. ammesso che esista una sola e unica verità da raccontare, comunque non ce l'hanno raccontata. ma qualcosa si intuisce, emerge dalle dinamiche in gioco. Pasolini lo sa bene e la sua morte fa parte proprio di uno di quegli intrecci...

lo Stato ha vinto, non saprei neanche bene definire qual'è lo Stato che ha vinto, ma comunque è quello che è stato scelto per noi, dandoci invece l'illusione di averlo scelto noi. pochi anni dopo il muro di Berlino è crollato, ogni ideologia che non si muove all'interno dello schema del sistema economico e politico attuale è stata isolata, sminuita, spolpata di ogni spessore. quello che si dice pensiero unico: nessuna controcultura, nessuna alternativa, tutto ciò che esula dal nostro perfettissimo modello ci viene presentato come marginale, estremista, pericoloso o riciclato come moda al suo interno. non riusciamo a immaginare nient'altro che questo. è un periodo di forte annientamento e appiattimento culturale. ci è stato imposto non con la coercizione ma con il condizionamento o addirittura con l'autocondizionamento. roba che Macchiavelli manco se la sognava. tutto è materiale, relativo a convenienza economica, un Paese si misura in base al Pil e al suo tasso di crescita, la convenienza a fare una qualsiasi azione è basata sui costi. sì certo, qualcuno dirà "No! io non sono così", ma le regole in cui devi condurre la vita invece sì...

venerdì 25 settembre 2009

pannolini


J., il papà di BEATRICE, è una persona speciale. ma è anche un ingegnere. e l'ingegnere, si sa, può essere speciale, ma non normale. può essere sensibile, introspettivo, casinista, generoso, può anche essere poetico, può interessarsi di arte e cultura e quant'altro: ma il concetto di normalità (ammesso che esista) è per lui trasmutato, proiettato su una superficie curva dove le linee rette e gli angoli cambiano inevitabilmente le loro peculiarità, normalmente date per scontate. l'ingegnere può osservare il mondo dalla sua particolare prospettiva: perchè se è impossibile vedere la vita dal punto di vista di un fiammifero e anche impossibile percepire la realtà come la vive un ingegnere. a meno di non esserlo a propria volta.

insomma, per farla breve, anzichè le solite tutine, giochini e cazzate varie abbiamo deciso che avrei comprato per BEATRICE qualcosa di davvero utile, che sta vicino a lei tutto il giorno e che è croce del portafogli di ogni padre e madre: i pannolini.

risultato: J. mi ha spedito il grafico sopra...

giovedì 24 settembre 2009

lunedì 21 settembre 2009

rivelazione


è la prima volta infatti che si accorge di quegli alberi, toccati da una luce che è fuori dalle tradizioni della sua esperienza. essi sembrano infatti animati, come degli esseri coscienti: coscienti, e, almeno in quella pace, in quel silenzio, fraterni. passivi alla luce che li tocca come un miracolo naturale, l'alloro, l'ulivo, la piccola quercia, e più in là, le betulle, sembrano accontentarsi di uno sguardo, per ripagare quell'attenzione con un amore infinito e infinitamente preesistente: e lo dicono, letteralmente lo dicono, attraverso la loro semplice presenza, dorata e vivificata dalla luce, che si esprime senza parole, ma solamente con se stessa. Presenza che non ha significato, e che pure è una rivelazione.


Teorema
Pier Paolo Pasolini


venerdì 18 settembre 2009

elettra



torino, in una delle zone glamour-radical chic-trendy-entertainment factory della ex-grigia capitale sabauda, ora votata alle tendenze mondane più innovative (e lucrative)... è sera, è venerdì e la città è superinpista. classico ritrovo per classico compleanno-laurea-addioalcelibato di qualche semiamico, locale minimal, cocktail annacquati, classica atmosfera di passaggio fra l'aperitivo che si è protratto fino a pochi minuti prima e l'inizio della movida notturna...

compagnia di conoscenti, amici di amici, tuttiapposto, tranquilli, senza particolari difetti se non quello di avere una mentalità impostata, un po' borghese, da liceale torinese cresciuto...
ecco: che ci faccio qui? va beeene che non esco più tanto e che un po' di pubbliche relazioni non possono far male, ma...
che ci faccio qui? va beeene che ho deciso di essere più accondiscendente nei confronti del mondo e di non giudicare con la mannaia il prossimo, ma...
che ci faccio qui?

per fortuna c'è tizio, lui sì, con lui si può parlare, tranquilli, piacevolmente. ci conosciamo da tanto e più o meno quasi tutte le persone presenti me le ha presentate lui. tizio è diverso, è genuino. ma a parte tizio avverto emergere la classica sensazione di essere fuoriposto: 2 parole di circostanza qui, 2 parole di circostanza là, battuta, risatina, qualche scampolo di discorso interessante risolto elegantemente dall'interlocutore di turno in una siga.

beh, che ci faccio qui? che domande: mi guardo intorno, ovviamente.
e qui entra in gioco elettra. perchè la noto fra le tavolate gremite.

chi è elettra? boh, non lo so.
ma so che ha lo sguardo della foto. è lei, o un suo alter ego.
non so se è alta o bassa, con i capelli grassi o i boccoli dorati . ma mi immagino come si sente. è lì, un po' fuoriposto anche lei, fra il suo gruppo di amici o conoscenti, anche lei che ringrazia un tale, un suo amico (il suo "tizio") di essere lì se no la noia sarebbe totale. si sente un po' estraniata, non a disagio, ma semplicemente da un'altra parte, spettatrice e non partecipe. ha lo sguardo pensieroso, un po' malinconico, sperso sui luoghi esotici della sua mente. la sua intimità è interrotta solo da qualche conversazione fugace, da qualche battuta convenzionale, scambiata più per educazione che per interesse.

ecco, così mi immagino elettra, eterea. in mezzo alla caciara ma avvolta dal silenzio interiore. sì certo, non è sempre così, anche lei come tutti ha i suoi slanci, la sua allegria. ma la tiene in serbo per momenti speciali. ma lì, in quel dehor, quella sera, è come la ragazza della foto.

sarebbe buffo trovarsi in questa situazione. nello stesso posto, inconsapevoli di chi è l'una e di chi è l'altro, ingnorandoci reciprocamente come accade per tutti gli sconosciuti che ogni giorno si incontrano. sì, perchè viviamo limitati dai nostri involucri di carne e sangue e peli e pelle, sfiorandoci, entrando in contatto con le reciproche immagini-corpi senza poterne esplorare l'interno, in un pirandelliano gioco di maschere.
un po' l'opposto dei blog, forse.

vabbè basta cazzate... magari ci troveremo sì inconsapevolmente nello stesso momento nello stesso luogo, ma in una bella giornata di sole, spensierata, mentre ci sentiamo perfettamente completi e stiamo entrambi sorridendo e ridendo e giocando con la vita

mercoledì 16 settembre 2009

oltremoda


ormai il caldo e l'afa sono un ricordo, nessuno più pubblicizza i condizionatori, nei negozi sono scomparsi da tempo i capi estivi per lasciare posto alle più sofisticate collezioni autunno inverno complete degli accessori più inutili...
è un periodo di nostalgia. sarà che mi sento un po' più solo del solito, sarà che è piombato l'autunno con la sua carica di pioggia e freddo, sarà che ho voglia di intimità, sarà quel che sarà...

e così ho mandato un messaggio a G. la sfuggente (che è caduto nel vuoto...), ho rispolverato il post sotto, 'mattina', che avevo scritto a L. poco più di un anno fa, ho rivisto ? e per sua iniziativa si è fatta sentire V....

mah...

in questi momenti avrei voglia di stare con poche persone, raccolto, tranquillo. sono le persone sostanzialmente di cui ho scritto qui e pochi altri, i vari B. J. JF(K)... e poi ?.

si perchè con ? mi sono sempre sentito capito, completamente a mio agio, nudo. è particolare, forse troppo. è quando ci sente con l'altro come con se stessi perchè l'altro comprende non solo le parole, ma lo stato dell'animo... e si ha la sensazione di avere un legame che va oltre le apparenze quotidiane in cui siamo cresciuti. Il problema di ?, al contrario di tutti gli altri, è che ha gli occhi verdi e azzurri come il mare, la bocca di fragola e un bel paio di tette (almeno credo che lo siano ancora...) e una sensualità estrema.

quindi, escludendo quello perchè le è nata la figlia, praticamente tutti gli altri perchè sono fisicamente ora lontani da Torino e ? perchè troppo sexy, mi accingo ad affrontare la nuova stagione autunno-inverno 2009 per i cazzi miei.

amarcord



Mattina,
mi sveglio, giusto poco prima della fastidiosa voce della sveglia. Finalmente ho dormito, non tanto, ma lietamente, senza ansie. Non sono nel mio letto, ma anzichè provare un momentaneo senso di smarrimento sono pervaso da una gradevole sensazione. La stanza è avvolta di luce, il mio sguardo non si posa su nulla: istintivamente, immediatamente senza neanche rendermene conto mi giro. La prima immagine è quella del suo viso. Lei sta li, di fianco a me... sta ancora sonnecchiando. Sdraiata, con un braccio dietro la testa, quasi fosse in un leggero momento di svago, l'altra mano appoggiata delicata sul ventre. Un sorriso appena abbozzato le dipinge sul volto un'aria soddisfatta, forse un po' sottilmente goduta. La pelle chiara e morbida, un po' umida di sonno, le braccia tenere e il nasino vispo. Un lenzuolo le vezzeggia in parte il corpo, le avvolge i seni pieni e tondi. Chissà ora dov'è, mi chiedo.
Difficilmente si può definire la bellezza, ma in quel momento tutto il significato di bellezza era lì. Non una caratteristica o un tratto, ma uno stato, un modo di essere oltre all'estetica, un'esperienza: un momento di una mattina.

venerdì 11 settembre 2009

sospeso




settembre è ormai inoltrato, l'estate è un ricordo, tutto è in procinto di, ma adesso è ancora fermo.
non mi è mai piaciuto questo periodo dell'anno.
sono ritornato in carcere ma il progetto non si è ancora rimesso in moto e ho cominciato gli allenamenti di basket ma ancora non si sa in quale campionato si gioca e sto cambiando casa ma non ho ancora definito l'accordo e mia mamma che è sempre lì un po' così e il cimitero da mia nonna e mia sorella che il tipo l'ha mollata e non ha più una casa e i gatti e il sito per l'associazione otonga e i clienti al lavoro che stressano e la revisione e la macchina che non parte e il pc che si è rotto e ho perso le chiavi di casa e i service e la trasferta a brescia e la mia amica tedesca che è venuta a trovarmi e la lavatrice che perde e tutte le minchiate quotidiane che so che quando mi pesano dipende solo da me e che se sono nervoso e insofferente sono io e non il mondo che mi gira intorno intorno a tuttotondo girogirotondo casca il mondo casca la terra tutti giù per terra

[] pausa. [] respiro. [] calma.

avverto un'atmosfera di ansia, lattiginosa, il sistema nervoso contratto e tirato, sento ogni lembo del mio corpo in una leggera tensione che qualche nostalgico potrebbe interpretare come slancio verso il futuro, ma che a me invece, che nostalgico non sono, indispettisce solo. settembre per me è così, è un' attesa, un limbo indefinito la cui nebbia si dirada solo verso la fine del mese. unica salvezza è pensare alla vacuità di tutto ciò, riprendere le redini e il controllo sugli impulsi che il mio stupidissimo cervello mi inietta nella coscienza.

in tutto questo, assolutamente indifferente e ovviamente incosapevole dei miei piccoli isterismi, il 9 09 2009 alle 6 del mattino è nata BEATRICE, la figlia di J.

J. ed io ci conosciamo da 18 anni e abbiamo condiviso praticamente tutto delle nostre esistenze, a volte parlandoci in modo così aperto e intimo da rimanerne commossi. abbiamo attraversato i nostri cambiamenti, influenzandoci a vicenda. 32 mesi fa eravamo in un fabbricone in cui fra i corpi deliranti rimbombava una musica in 4/4, ubriachi, cercavamo del fumo. avevamo invece trovato una pasticca. erano gli ultimi mesi della nostra giovinezza curiosa e cazzona. poi lui partì per il brasile e dopo 3 mesi tornò cambiato come mai ho visto cambiare qualcuno. e il suo cambiamento mi spalancò qualcosa dentro, come un'epifania. ricordo ancora vividamente quel periodo di calma e consapevolezza estrema. era il cambiamento che forse cercavo da tempo ma lui me lo presentò lì, davanti a me, abbagliante e nitido. pochi mesi dopo si sposò con C., conosciuta in brasile. 2 giorni fa è nata BEATRICE. muoio dalla voglia di vederla, di vederlo. con in braccio lei. mi chiedo come sarà, mi chiedo come questo miracolo entrerà in lui, vorrei osservarlo da dentro, perchè per me la nascita di un figlio è ancora un mistero inviolabile.

muoio dalla voglia di vederlo, ma non l'ho ancora fatto. un'altra attesa.
basta, da domani...

mercoledì 2 settembre 2009

malaysia

finalemente un bel viaggio con lo zaino, lontano dall'Europa. finalmente l'Asia. in versione soft per la verità. la malesia è un miscuglio d'oriente, si intravvedono le culture cinesi, indiane, malesi con qualche resto dell'epoca coloniale. ma è un miscuglio addolcito, un po' per la relativa ricchezza ma anche grazie alla tolleranza e alla rilassatezza che si respira. niente stress, nessuno che urla, nessuno che litiga, nessuno che beve o fuori dalle righe. ma anche poche risate di gusto, pochi abbracci, poche dimostrazioni all'esterno della propria emotività. placidi, laboriosi, con una religiosità che invade ogni piccolo angolo di strada, ogni negozio. incenso ovunque. templi ovunque. eserciti di bodhisattva buddisti, multiformi e multicolori divinità hindù, discrete e luminose moschee dove ogni immagine è vietata: funzioni religiose e costumi diversi convivono mescolandosi fra gli odori delle spezie, in mezzo ai grattacieli pretenziosi di progresso e alla povertà (e semplicità) che testimonia il passato.
poi Singapore. praticamente la Svizzera. molto bella, se piace il modernissimo. molto rigida. molto pulita e precisa. molto shopping. sicuramente poco poetica.

sabato 1 agosto 2009

parto



oggi ultimo giorno di lavoro, lento e stanco. domani parto verso l'Asia. e mia nonna sta morendo. un declino lungo e sofferente il suo. iniziato anni fa con i problemi alla vista. negli ultimi mesi il crollo fisico e la perdita di lucidità. il suo corpo emana paura e sfiancamento. non so se la rivredò, è inutile restare, è strano partire.
ciao stefania, spero tu possa abbandonarti, andar via dolcemente, leggera come un soffio di vento

venerdì 24 luglio 2009

étape



semplicemente la miglior traccia di musica elettronica che sia mai stata prodotta

pomeriggio



tutto era uguale, eppure diverso. camminavo lentamente lungo i viali del parco e osservavo il pomeriggio intorno a me. mai le immagini e i colori erano stati ad una definizione così alta. ogni piccolo particolare, ogni minima variazione di tono, ogni raggio di luce appariva ora poliedrico, ricco e ignoto.

mi sedetti. il prato davanti a me si presentava confuso, caotico, casuale, eppure in qualche modo organizzato, ordinato secondo leggi comportamentali e biologiche a me sconosciute. per la prima volta notavo le infinite varietà di elementi del mondo naturale: gli alberi, le foglie, i ciuffi d'erba, le nuvole... i quadri degli impressionisti non davano descrizioni grossolane come avevo sempre pensato, ma tramite le puntiformi macchie dai colori accesi che turbinano nelle lore tele volevano forse esprimere l'infinita ricchezza degli elementi della natura, mai uguali gli uni agli altri.

potevo soffermarmi per lunghi minuti ad osservare un ramo, avevo l'impressione di immergermi nella sua corteccia che svelava ora paesaggi lussureggianti; e nel ramo stesso erano annidate decine di realtà, decine di microcosmi tanti quanti gli esseri che lo popolavano. per la prima volta mi chiesi cosa fosse il tempo per lui. gli avvenimenti esterni del mondo umano fatto di astrazioni e congetture non avevano alcun significato nel suo contesto: il parco attorno, il trascorrere del tempo e delle stagioni erano vissuti come non avevo mai pensato potessero essere... la mia realtà veniva ora demolita e mi rendevo conto di come avevo sempre vissuto soggettivamente, di come percezioni e valori ritenuti oggettivi, reali, fossero in realtà frutto della mia mente, di come in quel momento il mio io, indiscusso, assodato, affermato, si fosse completamente disgregato. il mio lato astratto, culturale, anche emotivo, era scomparso per lasciare spazio ad una percezione esuberante, a sensazioni primitive celate da sempre sotto gli strati dei miei condizionamenti, per la prima volta sperimentavo una coscienza diversa da quella quotidiana, che è eretta sul passato e proiettata verso il futuro, carica di conoscenze acquisite e volta verso nuove aspettative, per vivere incondizionatamente il momento presente.

una calma non umana ma assolutamente naturale mi aveva pervaso, l'animo era quieto e i movimenti pacati, stanchi, lenti. le azioni che compivo normalmente mi sembravano sforzi inutili, tutto bastava a se stesso. solo la mia mente creava e scomponeva continuamente pensieri e collegamenti. cercavo di tenerla a bada, riuscendo a calmarla soltanto nella contemplazione di ciò che avevo attorno. i cani, gli uccelli e gli altri animali presenti nel giardino si muovevano sinuosi ed eleganti perfettamente a loro agio in quella nuova dimensione. gli uomini apparivano gretti, abbruttiti dal loro egocentrismo, chiusi in loro stessi, apparivano esterni all'ambiente. ecco, proprio così: il mondo naturale era completo, ogni parte era un organo del tutto, l'uomo, benchè fosse l'artefice del parco, era estraneo alla vita stessa, avulso da ogni iterazione perchè interessato solo a interfacciarsi con le sue astrazioni: "divertimento", "coda per le bibite", "passeggiata", "sfoggio di eleganza", "gioco del pallone", "vittoria nel gioco del pallone"... mi sentivo spettatore della danza della Natura, non partecipavo, al massimo osservavo coscientemente, i miei simili li vedevo invece indifferenti, non consapevoli delle possibili alternative.

poco più in là la strada cittadina, ricca di simboli che apparivano ora vuoti di significato. i semafori si mostravano per quello che sono, semplici luci e non messaggi per regolare il traffico. la pubblicità era solo una serie di immagini e scritte che non scatenavano più nessuna pulsione. non esisteva desiderio, non esistevano le idee che quotidianamente diamo per scontate: responsabilità, convenzioni, ambizione, tempo, denaro... il concetto stesso di bello era rivoluzionato: gli oggetti di design o le automobili sportive non erano diverse dagli oggetti comuni o dalle utilitarie. semplicemente erano incredibilmente poveri rispetto ad un semplice fiore.

tutto il mondo civile mi appariva strano, scenografico. le stesse avversioni che provo normalmente verso i difetti degli uomini erano scomparse in quanto parte di una realtà che in quel momento imputavo finta.

italianwave






kraftwerk impeccabili come sempre, eleganti, romantici, visionari e precursori... oggi in Computer Love direi

I don't know what to do
I need facebook

Aphex invece mi ha stupito per l'ennesima volta, imprevedibile, sarcastico, da manicomio...





venerdì 10 luglio 2009

real(e)mente



Il mio insegnamento non e' ne' un dogma, ne' una dottrina, anche se alcuni lo considerano tale. Devo affermare che e' un metodo per sperimentare la realta' e non la realta' in se stessa, allo stesso modo in cui il dito che indica la luna non e' la luna. Una persona intelligente usa il suo dito solo per indicare la luna.

Colui che non guarda che al dito, e lo confonde con la luna, non potra' mai vedere la vera luna. Il mio insegnamento e' un mezzo pratico che non si deve venerare. E' una zattera che permette di attraversare il fiume. Solo un pazzo si preoccuperebbe dell'imbarcazione, una volta giunto sull'altra riva, quella della liberazione.

Buddha Śākyamuni

giovedì 2 luglio 2009

grecia



una grecia diversa da quella solita delle vacanze estive, non sempre bellissima ma sicuramente più vera, attraversata in aprile insieme ad un amico come ce ne sono pochi

mercoledì 1 luglio 2009

noooo.....



in questi giorni sono veramente incasinato. non so bene come, ma riesco a catalizzare tutta una serie di impegni, alcuni anche improbabili, e a concentrarli in pochi giorni.

dormo poco e sono nervoso.

cosa c'è di meglio che una sana partitona di basket ai campetti per scaricare la tensione? ho driblato la cena con mia madre, ho riinviato il brandstorm per il viaggio estivo (che si conclude sempre con tutti che dicono fate voi che per me è lo stesso...) per scatenarmi in un virile 3 contr...

no. cazzo, diluvia. proprio adesso. ma vaff...

mercoledì 24 giugno 2009

leggi



eccoci, ci siamo, tutti i segni dell'imminente appocalisse si stanno finalmente delineando: dopo Mastella ministro della Giustizia e Bondi ministro della Cultura, finalmente, zitti zitti, di soppiatt soppiatt, in stile punta di piedi come la banda bassotti, Cuffaro è giunto nella commissione di vigilanza rai: promosso dall'on. Giampiero D'Alia, sempre UDC. D'Alia è il fautore dell'art.60 del nuovo pacchetto sicurezza sui contenuti internet che andrà a ricadere (se passa) sui social network e blog: “repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet“ che detta così suona bene ma se ci si sofferma con attenzione sul significato qualche dubbio sorge qua e là sulle possibili reali applicazioni.

niente allarmismi, in un paese bello e stupido come l'Italia che fa finta di scandalizzarsi per le scopate del Berlusca con le troie quando in realtà ci si dovrebbe più stupire del contrario, è noto che la legge è legge ma tanto "cazzoceneanoi". ormai siamo blindati a tutto e non ci importa di niente come diceva Vasco. oceanici elenchi di articoli racchiusi in sterminati faldoni di leggi non piegheranno mai lo stile tutto italiano di raggirarle e soprattutto di non applicarle: possiamo dire ad alta voce "NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI" per il semplice fatto che per noi sarebbe troppa fatica diventarlo e troppo sbattone per voi (chiunque "voi" siate) farcici diventare...

'somma, qui, al contrario di teheran, non cambia mai niente, o se cambia è solo al fine che tutto resti uguale. di mio, intanto, cerco di combattere la vera battaglia, cambiare la propria di vita, cambiare se stessi e imparare a vivere, perchè nonostante tutto, mi sento ignorante.

venerdì 19 giugno 2009

teheran



al contrario dell'Europa occidentale, che nel bene o nel male è ormai paralizzata in se stessa, qualcosa nel mondo si muove, cambia: nuove idee, nuove contaminazioni, nuove lotte e vecchie ingiustizie.

in matematica si dice che i sistemi complessi prosperino ai margini del caos. se applichiamo questo concetto alla nostra società globalizzata vediamo che ormai noi siamo in una zona quasi in equilibrio termico, quasi morta. il Nuovo, i sistemi emergenti, le società del futuro si stanno creando ormai in altre regioni del mondo, con tutti gli espedienti che appartengono alla Storia.

mercoledì 17 giugno 2009

cazzo



questo blog è un po' una palla! sì è vero magari c'è qualche post carino, ma manca un po' di leggerezza, qualche cazzata, un po' di parolacce, qualche post sul sesso, sul calcio... cioè diciamocelo, quella roba lì va forte online... non è che tutti hanno sempre voglia di leggere le mie seghe mentali...

non so, potrei aggiungere qualche frase pornografica (tipo ragazza scopata pompini culo tette lesbo gay sborrata) o piuttosto qualche frase accattivante (sono una ragazza di torino di 20 anni in cerca di ragazzo, vorrei una storia di sesso senza impegno, appuntamenti al buio). ecco, con questo sicuro aumento un po' i contatti...

poi vediamo... ah sì! : calcio, campionato serie A, juve (merda), alex del piero, Forza Italia (è una squadra di calcio mi sembra...), milan, inter, campioni d'italia, campioni del mondo, bmw, auto & moto vendita in offerta, honda, fiat 500, ferrari, cbr, yamaha r1...

suggerimenti?

tempo



"Guarda questa porta carraia nano, essa ha due fronti. Due strade si congiungono qui: nessuno finora le ha percorse fino in fondo. Questa lunga strada all’indietro: essa dura un’eternità. E quella lunga in avanti: è un’altra eternità. Qui, sotto questa porta, è il punto in cui esse si congiungono. Il nome della porta sta scritto sopra di essa: “attimo”.
Ma chi si inoltrasse su una di esse e andasse sempre più lontano: credi tu, nano, che queste strade si contraddirebbero in eterno?"

"Tutto ciò che è diritto mente - borbottò sprezzante il nano - Ogni verità è curva, il tempo stesso è un circolo."

"Spirito di gravità - dissi adirato - non farti le cose troppo facili! Guarda questo attimo! Da qui si snoda all’indietro una strada lunga, eterna: dietro di noi giace un’eternità. Non deve, ciò che di tutte le cose può camminare, aver già percorso questa strada? Non deve, ciò che di tutte le cose può accadere, essere già una volta accaduto? E se tutto è già esistito: che cosa pensi, nano, di questo attimo? Non sono tutte le cose così saldamente annodate che questo attimo si trae dietro tutte le cose avvenire? Dunque anche se stesso?"


Della visione e dell’enigma
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra

mercoledì 10 giugno 2009

JF(K?)



torino-salerno, andata e ritorno.

nell'ultimo anno ho condiviso con JF(K?) una sera soltanto, ma quando l'ho rivisto era come se fosse passato un giorno dalla nostra quotidianità. ho visitato salerno e il suo nuovo intimo mondo. credo che si trovi bene ora. grazie a S. sicuramente, ma non solo. è una nuova dimensione, nuovi stimoli, una vita più a sua misura. e l'ho trovata semplicemente bella: il mare, il teatro, la costiera, gli acquerelli, i limoni, i progetti, il mercato...

"mi manca torino sai? mi manca tantissimo. non solo le persone, ma l'atmosfera che c'era, che ti trasmette la città... non so come spiegare quella sensazione



ecco, mi manca quel sentirci perduti"

un abbraccio, JF(K?)

giovedì 4 giugno 2009

immagina



ma che ne sapete voi di come ci si sente! beh, probabilmente non ci avete mai pensato ed è anche per questo che lo ignorate: non potrete certo averne esperienza, questo sarebbe proprio impossibile, ma per un attimo potreste forse immaginarlo.

ce ne stiamo tutti qua, a decine, tutti ammassati, con le nostre capocchie tutte vermiglie che si urtano in continuazione, chiusi in una scatola, uno sopra l'altro, uno affianco all'altro, senza nessuna identità se non la nostra consapevolezza. non è tanto la costrizione che ci attanaglia, ma questa sensazione statica eppur in perenne bilico, ferma eppur impermanente: è un conflitto non facile da sopportare. eh sì, perchè quando arriva quell'attimo, mica lo si sa. e dopo niente sarà come prima: alcuni se ne stanno per anni magari chiusi in un cassetto, dimenticati, poi arriva un umano, di quelli piccoli e buffi, e in pochi minuti, per gioco, ci accende tutti guardandoci estasiato. altre volte invece veniamo bruciati con maniacale cadenza, giorno per giorno, per tre o quattro volte al giorno, sempre più o meno alla stessa ora. uno - ma chi? - viene scelto e arso nel proprio fuoco. forse è peggio quando ci prendono di tanto in tanto. magari passano mesi e mesi in cui tutto è placido, tranquillo, quasi ci si rilassa e poi... per qualche giorno, a volte un giorno solo, qualcuno viene prelevato dalla scatola e poi di nuovo per mesi e anni non succede niente. è una strana sensazione, un po' come aspettare l'arrivo dei Tartari, che in fondo potrebbero anche non arrivare mai, ma il cui pericolo è sempre imminente...

ma quando è il proprio turno, signori miei, tutto acquista un senso. non so neanche bene spiegarlo, non è per niente gradevole in fondo, ma si capisce che deve succedere. ci schiacciano la testa fino a disintegrarla sulla scatola, si avverte il fosforo sbriciolarsi in mille frammenti sotto la pressione, le venature legnose si flettono, uno sente i propri brandelli brillare e poi incendiare tutto l'ossigeno attorno. ti manca il fiato - sì va bene, anche per il calore, ma soprattutto per la bellezza di tutto ciò -. per un attimo vi è un'esplosione di energia che cresce in tutte le direzioni rompendo e trasformando le molecole in un bagliore che rappresenta il significato stesso, tutto il proprio essere è , in quel momento irripetibile, a fiammeggiare vispo e violento.

ma un attimo dopo i fasti pirotecnici sono già finiti, tutto si è svolto, si rimane lì a bruciare cheti cheti fino a quando non ci avvicinano, quando accade, ad un altro essere, spesso anche lui infiammabile. è una sensazione diversa, meno roboante, di contatto, di condivisione e unione, amorevole, generosa. si porta il fuoco che a sua volta incendierà l'altro. che sia il gas, un pezzo di carta o una sigaretta poco importa. si passa un pezzo di sè, si regala in fondo il fine della propria esistenza, prima di consumarsi irrimediabilmente e spegnersi... si avverte la coscienza della fine di questo sè ma anche del suo proseguire e rinnovarsi in un'altra forma, che adempierà a sua volta alla sua esistenza e poi alla sua fine, in una danza infinita.

no, nessuna tristezza, ma a volte sogno di essere un placido cero, alto e duraturo, che ha la sua forza nella fiamma continua, forse senz'apici, senza momenti così emozionanti, ma che continua a illuminare e ardere per un tempo che a me, che vivo in un istante, sembre infinito.

mercoledì 27 maggio 2009

strade



le strade ti portano in strani posti. a volte percorri brevi tratti, a volte sono vicoli ciechi. possono essere con saliscendi e curve strette. oppure ti puoi allungare su sterminate strisce d'asfalto che tagliano il paesaggio piatto per chilometri e chilometri. ti puoi anche trovare in mezzo a labirintici incroci con rampe, cavalcavia e svincoli, così annidati su se stessi che non sai più dove andare. tutti i viaggiatori concordano però che il fine del viaggio non è la meta, ma il viaggio stesso.
oggi sono un po' così, di buon umore, ma stranito.

martedì 26 maggio 2009

casa



sono ormai mesi che cerco casa e rimpiango l'età dell'oro della fanciullezza quando il mio immaginario poteva prender forma grazie al LEGO. ore interminabili a montare e smontare improbabili costruzioni grazie ai multiformi mattoncini ("improbabili" perchè non avevo ancora visto gli incubi tridimensionali di Fuksas...). ho provato a cercare dei mattoncini giganti, ma niente da fare, la fantasia non è più quella di un tempo: a 8 anni i cavilli kafkiani di ristrutturazione, gli allacciamenti, gli isolamenti, le agenzie e gli atti notarili non rientravano nell'avventurosa storia degli omini_lego con cui passavo i pomeriggi...

B., il mio coinquilino nonchè grande amico nonchè giovanissimo candidato alla SACRA GUIDA DELLA DINASTIA DELL'ORDINE degli ingegneri edili torinesi, poveretto, non ne può più: mesi di martellamento stile lotta al terrore con relativo bombardamento di domande. ora quando porto una planimetria in casa la nascondo per non turbarlo. almeno nei primi 5 minuti.

dopo aver visto le case più assurde e aver valutato i costi per adeguarle a idee visionarie, al momento sono fermo su un fantastico alloggio senza finestre e con un buco in mezzo, tipo mentina Polo.

nel frattempo visto il cielo scuro scuro che si è addensato sopra la mia zucca spero che non si scateni il temporale: nella casa che ho già ho pensato bene di lasciare le finestre aperte e lo stendino sul balcone...

lunedì 18 maggio 2009

dentro




fuori
è una bella giornata.
dalla finestra osservo le persone camminare. camminano in tondo, seguendo larghi percorsi circolari, costeggiando i lati del cortile. più e più volte, ritornando sempre da dove erano partiti. così in tutti i cortili.
le sbarre di metallo dalle strutture geometriche che attraversano le finestre spezzano la luce del sole. mi volto e proseguo per il lungo corridoio, salgo di nuovo le scale. sembra un ospedale in fondo, ma un ospedale sventrato, scarnificato, spoglio di tutte le rifiniture. tutto qua è ferita viva: gli spigoli, gli scalini, le porte, i neon. non esistono piastrelle, niente rivestimenti, niente pavimenti.

l'atmosfera è dura, pacata, lenta. è come quando si assiste ad un avvenimento violento: si vive quell'attimo in modo rallentato, come se stesse accadendo tutto naturalmente, veloce ma al rallentatore, con i suoni crudi che rompono il silenzio innaturale. ecco, quella sensazione qua è protratta, si è insinuata lentamente nei muri, nelle persone, nella luce opaca, fa parte del luogo stesso.

trovo F., mi fermo a parlare con lui. porta i segni di una vita di conflitti. ha l'aria giovanile benchè ogni centimetro della sua pelle sembri aver vissuto 2 vite. è alto e massiccio, capelli rasati, spalle larghe. ci sediamo nella sala da pranzo della sezione. porta il caffè e qualche pezzo di torta di mele fatta a mano. "ho dimenticato le tue poesie". lui sorride e mi fa cenno che non ha importanza, gliele porterò la prossima volta. dopo qualche frase di circostanza gli chiedo se ha mai amato davvero. con gli occhi azzurri sognanti e malinconici mi risponde: "una volta, la prima ragazza che ho avuto". aveva 14 anni e si era innamorato di una fanciulla del paese. ricorda tutti i dettagli, gli usi del tempo in una cittadina della puglia - sono passati 34 anni - rituali che oggi fanno tenerezza: gli appuntamenti, i genitori di lei, l'amore fugace...

3 anni dopo lui la lasciò, vedeva l'ombra del matrimonio, della stabilità, delle catene. la voglia di libertà, probabilmente la stessa voglia che lo ha portato qui oggi davanti a me, ebbe la meglio. si rividero anni dopo, tutti e due dispersi per le strade della vita. uscirono ancora un po' insieme, come vecchi amici, poi non si videro mai più, ognuno dietro alle proprie peripezie per la sopravvivenza.

gli mostro un libro di Castaneda che è lì nella libreria, è il primo: gli insegnamenti di Don Juan. "aspetta lì", mi fa. torna con il secondo volume, lo teneva in camera. "lì ho letti tutti, anche se non me li ricordo più bene".

F. mi va a genio. è un po' sconclusionato, non riesce a controllare i tumulti dei pensieri, come credo non abbia controllato i tumulti delle sue azioni, vola di qua e poi di là. ma che trasporto quando parla. è vivo. forse è così vivo perchè si sente morto. parla di cristo, del vangelo, della sua vita in giro per l'europa, dei suoi amori. e scherza. scherza sempre, forse perchè ogni volta che diventa serio pensa ai suoi demoni, sempre implicitamente lì con lui, nascosti dietro la sua ombra. li porta sempre appresso, attento a non mostrarli, ma si intuisce che ogni sera risalgono nei suoi pensieri più intimi.

ritorno



ci siediamo sulla lunga panca di legno che costeggia la rete con i cespugli. conosco quell'atmosfera, l'ho vissuta decine di volte, ha fatto parte di un lungo periodo della mia vita. è un'atmosfera onirica che si perde nei fumi dell'alcool e dell'alterazione, in cui ti immergi come una placida biglia che rotolando può rimbalzare qua e là contro altre palline nottambule, in uno strano gioco di contatti. è notte tarda , dietro di noi il Po' scorre tranquillo. questo genere di serate erano l'abitudine, ora sono sempre più rade, ma ogni tanto riemergono in quelle notti in cui proprio non si ha voglia di tornare a casa. da qualche settimana, da quando è finita con L. sono riemerse un po' più spesso. periodi della vita.

ci siediamo, F. ed io. F. non ce la fa più, barcolla, sfarfuglia qualcosa ogni tanto: tira fuori frasi taglienti in cui si schernisce del mondo e di se stesso.

Ci siediamo a fianco a Matteo, anche lui lì con un amico.
Matteo ha 31 anni, progetta e vende molle. e ama dostoevskij e i romanzi psicologici. Matteo si gira la sua canna. io passo, sono più attratto dalla nostra conversazione. è una conversazione che ha senso solo lì, solo a quell'ora, solo fra di noi. si parla della vita, delle aspettative, ci si comprende senza neanche esplicare tutto. probabilmente ci fossimo incontrati da un'altra parte, in un altro momento non ci saremmo neanche rivolti la parola. parliamo come se fossimo amici di vecchia data, parliamo di come ci si sente nel mondo. e siamo buttati lì, in riva al fiume, attorniati da sfattoni, cani sciolti, studentesse e liberi professionisti che si mescolano come in una sorta di rifugio, lontani dalla routine quotidiana, in una parentesi in cui quasi ogni distanza viene azzerata, ognuno lì a non fare niente, risucchiato forse da ore in quel mondo strano, di chi si sente un po' fuori posto ovunque ma che sempre si adatta alla vita. ma è una realtà a sè, in cui devi aver voglia di abbandonarti, in cui devi abbandonarti o altrimenti la magia scomparirà, è un posto che lascia spazio ai voli più alti ma in cui si perde contatto con il suolo. non ho più tutta questa fiducia nella vita ad alta quota, soprattutto quando l'accelerazione verticale è violenta, preferisco partire dalla solida terra, gettare delle fondamenta per poi salire con calma. ma un giro lassù ogni tanto può valere davvero la pena, pur sapendo che il mattino dopo lo schianto al suolo è assicurato. ma vale la pena per quelli come Matteo, per quelle converasioni fugaci, forse inutili, ma che hanno un qualcosa di estatico, e poco imorta se al mattino si dissolveranno.

si fa chiaro, è ora di tornare a casa. ci si saluta. la parentesi è finita, riporto a casa F., da solo non ce la fa di sicuro.

sabato 2 maggio 2009

ecco



ecco, questo spazio comincia a piacermi... una mattinata per inserire i primi post, sistemare la grafica, capire un po' come funziona. un piccolo spazio espressivo dove costruire e giocare durante le noiose giornate al lavoro, quando non ci sono clienti e si cazzeggia con internet o si fissa il vuoto guardando la realtà del negozio davanti come da dentro un televisore. spettatore dei clienti che mi guardano a loro volta, di sfuggita, cercando altri reparti.
ho un sogno nella vita: scrivere un libro. ma al momento non ho la costanza, la testa per farlo. un po' di palestra non può fare che bene.
un blog, un modo come un altro per soddisfare questo bisogno di comunicare che mi porto dietro, da sempre