mercoledì 16 settembre 2009

amarcord



Mattina,
mi sveglio, giusto poco prima della fastidiosa voce della sveglia. Finalmente ho dormito, non tanto, ma lietamente, senza ansie. Non sono nel mio letto, ma anzichè provare un momentaneo senso di smarrimento sono pervaso da una gradevole sensazione. La stanza è avvolta di luce, il mio sguardo non si posa su nulla: istintivamente, immediatamente senza neanche rendermene conto mi giro. La prima immagine è quella del suo viso. Lei sta li, di fianco a me... sta ancora sonnecchiando. Sdraiata, con un braccio dietro la testa, quasi fosse in un leggero momento di svago, l'altra mano appoggiata delicata sul ventre. Un sorriso appena abbozzato le dipinge sul volto un'aria soddisfatta, forse un po' sottilmente goduta. La pelle chiara e morbida, un po' umida di sonno, le braccia tenere e il nasino vispo. Un lenzuolo le vezzeggia in parte il corpo, le avvolge i seni pieni e tondi. Chissà ora dov'è, mi chiedo.
Difficilmente si può definire la bellezza, ma in quel momento tutto il significato di bellezza era lì. Non una caratteristica o un tratto, ma uno stato, un modo di essere oltre all'estetica, un'esperienza: un momento di una mattina.

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