venerdì 25 settembre 2009

pannolini


J., il papà di BEATRICE, è una persona speciale. ma è anche un ingegnere. e l'ingegnere, si sa, può essere speciale, ma non normale. può essere sensibile, introspettivo, casinista, generoso, può anche essere poetico, può interessarsi di arte e cultura e quant'altro: ma il concetto di normalità (ammesso che esista) è per lui trasmutato, proiettato su una superficie curva dove le linee rette e gli angoli cambiano inevitabilmente le loro peculiarità, normalmente date per scontate. l'ingegnere può osservare il mondo dalla sua particolare prospettiva: perchè se è impossibile vedere la vita dal punto di vista di un fiammifero e anche impossibile percepire la realtà come la vive un ingegnere. a meno di non esserlo a propria volta.

insomma, per farla breve, anzichè le solite tutine, giochini e cazzate varie abbiamo deciso che avrei comprato per BEATRICE qualcosa di davvero utile, che sta vicino a lei tutto il giorno e che è croce del portafogli di ogni padre e madre: i pannolini.

risultato: J. mi ha spedito il grafico sopra...

giovedì 24 settembre 2009

lunedì 21 settembre 2009

rivelazione


è la prima volta infatti che si accorge di quegli alberi, toccati da una luce che è fuori dalle tradizioni della sua esperienza. essi sembrano infatti animati, come degli esseri coscienti: coscienti, e, almeno in quella pace, in quel silenzio, fraterni. passivi alla luce che li tocca come un miracolo naturale, l'alloro, l'ulivo, la piccola quercia, e più in là, le betulle, sembrano accontentarsi di uno sguardo, per ripagare quell'attenzione con un amore infinito e infinitamente preesistente: e lo dicono, letteralmente lo dicono, attraverso la loro semplice presenza, dorata e vivificata dalla luce, che si esprime senza parole, ma solamente con se stessa. Presenza che non ha significato, e che pure è una rivelazione.


Teorema
Pier Paolo Pasolini


venerdì 18 settembre 2009

elettra



torino, in una delle zone glamour-radical chic-trendy-entertainment factory della ex-grigia capitale sabauda, ora votata alle tendenze mondane più innovative (e lucrative)... è sera, è venerdì e la città è superinpista. classico ritrovo per classico compleanno-laurea-addioalcelibato di qualche semiamico, locale minimal, cocktail annacquati, classica atmosfera di passaggio fra l'aperitivo che si è protratto fino a pochi minuti prima e l'inizio della movida notturna...

compagnia di conoscenti, amici di amici, tuttiapposto, tranquilli, senza particolari difetti se non quello di avere una mentalità impostata, un po' borghese, da liceale torinese cresciuto...
ecco: che ci faccio qui? va beeene che non esco più tanto e che un po' di pubbliche relazioni non possono far male, ma...
che ci faccio qui? va beeene che ho deciso di essere più accondiscendente nei confronti del mondo e di non giudicare con la mannaia il prossimo, ma...
che ci faccio qui?

per fortuna c'è tizio, lui sì, con lui si può parlare, tranquilli, piacevolmente. ci conosciamo da tanto e più o meno quasi tutte le persone presenti me le ha presentate lui. tizio è diverso, è genuino. ma a parte tizio avverto emergere la classica sensazione di essere fuoriposto: 2 parole di circostanza qui, 2 parole di circostanza là, battuta, risatina, qualche scampolo di discorso interessante risolto elegantemente dall'interlocutore di turno in una siga.

beh, che ci faccio qui? che domande: mi guardo intorno, ovviamente.
e qui entra in gioco elettra. perchè la noto fra le tavolate gremite.

chi è elettra? boh, non lo so.
ma so che ha lo sguardo della foto. è lei, o un suo alter ego.
non so se è alta o bassa, con i capelli grassi o i boccoli dorati . ma mi immagino come si sente. è lì, un po' fuoriposto anche lei, fra il suo gruppo di amici o conoscenti, anche lei che ringrazia un tale, un suo amico (il suo "tizio") di essere lì se no la noia sarebbe totale. si sente un po' estraniata, non a disagio, ma semplicemente da un'altra parte, spettatrice e non partecipe. ha lo sguardo pensieroso, un po' malinconico, sperso sui luoghi esotici della sua mente. la sua intimità è interrotta solo da qualche conversazione fugace, da qualche battuta convenzionale, scambiata più per educazione che per interesse.

ecco, così mi immagino elettra, eterea. in mezzo alla caciara ma avvolta dal silenzio interiore. sì certo, non è sempre così, anche lei come tutti ha i suoi slanci, la sua allegria. ma la tiene in serbo per momenti speciali. ma lì, in quel dehor, quella sera, è come la ragazza della foto.

sarebbe buffo trovarsi in questa situazione. nello stesso posto, inconsapevoli di chi è l'una e di chi è l'altro, ingnorandoci reciprocamente come accade per tutti gli sconosciuti che ogni giorno si incontrano. sì, perchè viviamo limitati dai nostri involucri di carne e sangue e peli e pelle, sfiorandoci, entrando in contatto con le reciproche immagini-corpi senza poterne esplorare l'interno, in un pirandelliano gioco di maschere.
un po' l'opposto dei blog, forse.

vabbè basta cazzate... magari ci troveremo sì inconsapevolmente nello stesso momento nello stesso luogo, ma in una bella giornata di sole, spensierata, mentre ci sentiamo perfettamente completi e stiamo entrambi sorridendo e ridendo e giocando con la vita

mercoledì 16 settembre 2009

oltremoda


ormai il caldo e l'afa sono un ricordo, nessuno più pubblicizza i condizionatori, nei negozi sono scomparsi da tempo i capi estivi per lasciare posto alle più sofisticate collezioni autunno inverno complete degli accessori più inutili...
è un periodo di nostalgia. sarà che mi sento un po' più solo del solito, sarà che è piombato l'autunno con la sua carica di pioggia e freddo, sarà che ho voglia di intimità, sarà quel che sarà...

e così ho mandato un messaggio a G. la sfuggente (che è caduto nel vuoto...), ho rispolverato il post sotto, 'mattina', che avevo scritto a L. poco più di un anno fa, ho rivisto ? e per sua iniziativa si è fatta sentire V....

mah...

in questi momenti avrei voglia di stare con poche persone, raccolto, tranquillo. sono le persone sostanzialmente di cui ho scritto qui e pochi altri, i vari B. J. JF(K)... e poi ?.

si perchè con ? mi sono sempre sentito capito, completamente a mio agio, nudo. è particolare, forse troppo. è quando ci sente con l'altro come con se stessi perchè l'altro comprende non solo le parole, ma lo stato dell'animo... e si ha la sensazione di avere un legame che va oltre le apparenze quotidiane in cui siamo cresciuti. Il problema di ?, al contrario di tutti gli altri, è che ha gli occhi verdi e azzurri come il mare, la bocca di fragola e un bel paio di tette (almeno credo che lo siano ancora...) e una sensualità estrema.

quindi, escludendo quello perchè le è nata la figlia, praticamente tutti gli altri perchè sono fisicamente ora lontani da Torino e ? perchè troppo sexy, mi accingo ad affrontare la nuova stagione autunno-inverno 2009 per i cazzi miei.

amarcord



Mattina,
mi sveglio, giusto poco prima della fastidiosa voce della sveglia. Finalmente ho dormito, non tanto, ma lietamente, senza ansie. Non sono nel mio letto, ma anzichè provare un momentaneo senso di smarrimento sono pervaso da una gradevole sensazione. La stanza è avvolta di luce, il mio sguardo non si posa su nulla: istintivamente, immediatamente senza neanche rendermene conto mi giro. La prima immagine è quella del suo viso. Lei sta li, di fianco a me... sta ancora sonnecchiando. Sdraiata, con un braccio dietro la testa, quasi fosse in un leggero momento di svago, l'altra mano appoggiata delicata sul ventre. Un sorriso appena abbozzato le dipinge sul volto un'aria soddisfatta, forse un po' sottilmente goduta. La pelle chiara e morbida, un po' umida di sonno, le braccia tenere e il nasino vispo. Un lenzuolo le vezzeggia in parte il corpo, le avvolge i seni pieni e tondi. Chissà ora dov'è, mi chiedo.
Difficilmente si può definire la bellezza, ma in quel momento tutto il significato di bellezza era lì. Non una caratteristica o un tratto, ma uno stato, un modo di essere oltre all'estetica, un'esperienza: un momento di una mattina.

venerdì 11 settembre 2009

sospeso




settembre è ormai inoltrato, l'estate è un ricordo, tutto è in procinto di, ma adesso è ancora fermo.
non mi è mai piaciuto questo periodo dell'anno.
sono ritornato in carcere ma il progetto non si è ancora rimesso in moto e ho cominciato gli allenamenti di basket ma ancora non si sa in quale campionato si gioca e sto cambiando casa ma non ho ancora definito l'accordo e mia mamma che è sempre lì un po' così e il cimitero da mia nonna e mia sorella che il tipo l'ha mollata e non ha più una casa e i gatti e il sito per l'associazione otonga e i clienti al lavoro che stressano e la revisione e la macchina che non parte e il pc che si è rotto e ho perso le chiavi di casa e i service e la trasferta a brescia e la mia amica tedesca che è venuta a trovarmi e la lavatrice che perde e tutte le minchiate quotidiane che so che quando mi pesano dipende solo da me e che se sono nervoso e insofferente sono io e non il mondo che mi gira intorno intorno a tuttotondo girogirotondo casca il mondo casca la terra tutti giù per terra

[] pausa. [] respiro. [] calma.

avverto un'atmosfera di ansia, lattiginosa, il sistema nervoso contratto e tirato, sento ogni lembo del mio corpo in una leggera tensione che qualche nostalgico potrebbe interpretare come slancio verso il futuro, ma che a me invece, che nostalgico non sono, indispettisce solo. settembre per me è così, è un' attesa, un limbo indefinito la cui nebbia si dirada solo verso la fine del mese. unica salvezza è pensare alla vacuità di tutto ciò, riprendere le redini e il controllo sugli impulsi che il mio stupidissimo cervello mi inietta nella coscienza.

in tutto questo, assolutamente indifferente e ovviamente incosapevole dei miei piccoli isterismi, il 9 09 2009 alle 6 del mattino è nata BEATRICE, la figlia di J.

J. ed io ci conosciamo da 18 anni e abbiamo condiviso praticamente tutto delle nostre esistenze, a volte parlandoci in modo così aperto e intimo da rimanerne commossi. abbiamo attraversato i nostri cambiamenti, influenzandoci a vicenda. 32 mesi fa eravamo in un fabbricone in cui fra i corpi deliranti rimbombava una musica in 4/4, ubriachi, cercavamo del fumo. avevamo invece trovato una pasticca. erano gli ultimi mesi della nostra giovinezza curiosa e cazzona. poi lui partì per il brasile e dopo 3 mesi tornò cambiato come mai ho visto cambiare qualcuno. e il suo cambiamento mi spalancò qualcosa dentro, come un'epifania. ricordo ancora vividamente quel periodo di calma e consapevolezza estrema. era il cambiamento che forse cercavo da tempo ma lui me lo presentò lì, davanti a me, abbagliante e nitido. pochi mesi dopo si sposò con C., conosciuta in brasile. 2 giorni fa è nata BEATRICE. muoio dalla voglia di vederla, di vederlo. con in braccio lei. mi chiedo come sarà, mi chiedo come questo miracolo entrerà in lui, vorrei osservarlo da dentro, perchè per me la nascita di un figlio è ancora un mistero inviolabile.

muoio dalla voglia di vederlo, ma non l'ho ancora fatto. un'altra attesa.
basta, da domani...

mercoledì 2 settembre 2009

malaysia

finalemente un bel viaggio con lo zaino, lontano dall'Europa. finalmente l'Asia. in versione soft per la verità. la malesia è un miscuglio d'oriente, si intravvedono le culture cinesi, indiane, malesi con qualche resto dell'epoca coloniale. ma è un miscuglio addolcito, un po' per la relativa ricchezza ma anche grazie alla tolleranza e alla rilassatezza che si respira. niente stress, nessuno che urla, nessuno che litiga, nessuno che beve o fuori dalle righe. ma anche poche risate di gusto, pochi abbracci, poche dimostrazioni all'esterno della propria emotività. placidi, laboriosi, con una religiosità che invade ogni piccolo angolo di strada, ogni negozio. incenso ovunque. templi ovunque. eserciti di bodhisattva buddisti, multiformi e multicolori divinità hindù, discrete e luminose moschee dove ogni immagine è vietata: funzioni religiose e costumi diversi convivono mescolandosi fra gli odori delle spezie, in mezzo ai grattacieli pretenziosi di progresso e alla povertà (e semplicità) che testimonia il passato.
poi Singapore. praticamente la Svizzera. molto bella, se piace il modernissimo. molto rigida. molto pulita e precisa. molto shopping. sicuramente poco poetica.