mercoledì 2 dicembre 2009

potrebbe


guardate che sono stato giovane anch'io. sì, è vero, è stato tanto tempo fa, ma i ricordi, i profumi, le sensazioni di allora sono ancora vivide. quando si è giovani si ha lo slancio verso l'attesa, perchè c'è sempre qualcosa che può ancora accadere, cambiare, e in quelle vicessitudini, fra le danze delle casualità o delle occasioni, ci si butta agili, svegli, con il cervello veloce e il corpo robusto.

cosa intendo per giovane? ma che importanza può avere l'età! c'è chi è gia vecchio a 20 anni, c'è chi è giovane a 50. finchè si vive pensando che qualcosa potrà cambiare in fondo si continua a rimanere giovani. si pensa di poter cambiare lavoro, di avere altri amori, di fare nuove esperienze, di vivere una nuova stagione, insomma... tranne che per i pessimisti cronici, per quelli non è così. ma a pensarci bene un po' pessimisti lo siamo stati tutti, magari a momenti, chi più o chi meno, ma quei periodi in cui si pensa "morissi adesso non cambierebbe niente" credo siano normali. ma poi il giorno dopo, il mese dopo, l'anno dopo, rieccoci a favoleggiare nella nostra mente, a immaginarci un futuro pieno di possibilità, di ipotesi, tutto ancora da scrivere.

ah! il futuro... non è un miracolo il futuro? è lì che ci attende, mi attendeva dovrei dire, pieno di promesse. e anche se le cose non sono mai andate come pensavo, beh, pazienza, non ho rimpianti.
ma quando il futuro è passato, quando non ci sono più cambiamenti in vista, ecco, è allora che ci si rende conto di essere vecchi. quanti anni ho? ma non vi pare un po' irriverente come domanda? ma pensate per voi, piuttosto, anzichè fare i vecchi rincoglioniti davanti alla tv andate a fare qualcosa da giovani, visto che ancora potete.

ho vissuto tanto, il più che ho potuto, cercando di assaporare ogni momento, ogni gusto, ogni sfumatura di questa vita balorda, che a volte ti schernisce e a volte ti porta regali inattesi. ma ormai tutto è passato. si, d'accordo, potrei vivere ancora qualche anno, forse qualcuno in più, ma quel che è fatto è fatto, mi attende solo più un passo da fare, l'ultimo, il più ignoto. perchè non conosciamo nessuno che l'abbia superato e che poi sia tornato a raccontarcelo. beh, nessuno, oddio, forse qualcuno c'è stato, ma è stato tanto tempo fa, chissà...
ma forse, qualcosa, qualche intuizione sulla morte, che è equivalente a dire sulla vita, qualche piccolo barlume c'è stato. sì, lo so, non è che adesso uno legge Tiziano Terzani o chi per lui e tutto diventa facile. li conosco bene quelli lì, scrivere del significato, del mutamento della forma, della completezza e di tutte quelle cose lì è facile: ma lo scrive! chi lo sa poi come sono andate le cose dentro di lui.
però ognuno ha i suoi piccoli momenti mistici, le sue epifanie, le sue rivelazioni intime. immaginazione? forse. ma in fondo non è un po' tutto immaginazione? cioè le cose sono come le viviamo, mica sono come sono, mica hanno un modo di essere proprio.
no, non mi illudo di non aver paura della nera signora, spero di non aver paura della paura, che già non è poco.

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