venerdì 18 settembre 2009

elettra



torino, in una delle zone glamour-radical chic-trendy-entertainment factory della ex-grigia capitale sabauda, ora votata alle tendenze mondane più innovative (e lucrative)... è sera, è venerdì e la città è superinpista. classico ritrovo per classico compleanno-laurea-addioalcelibato di qualche semiamico, locale minimal, cocktail annacquati, classica atmosfera di passaggio fra l'aperitivo che si è protratto fino a pochi minuti prima e l'inizio della movida notturna...

compagnia di conoscenti, amici di amici, tuttiapposto, tranquilli, senza particolari difetti se non quello di avere una mentalità impostata, un po' borghese, da liceale torinese cresciuto...
ecco: che ci faccio qui? va beeene che non esco più tanto e che un po' di pubbliche relazioni non possono far male, ma...
che ci faccio qui? va beeene che ho deciso di essere più accondiscendente nei confronti del mondo e di non giudicare con la mannaia il prossimo, ma...
che ci faccio qui?

per fortuna c'è tizio, lui sì, con lui si può parlare, tranquilli, piacevolmente. ci conosciamo da tanto e più o meno quasi tutte le persone presenti me le ha presentate lui. tizio è diverso, è genuino. ma a parte tizio avverto emergere la classica sensazione di essere fuoriposto: 2 parole di circostanza qui, 2 parole di circostanza là, battuta, risatina, qualche scampolo di discorso interessante risolto elegantemente dall'interlocutore di turno in una siga.

beh, che ci faccio qui? che domande: mi guardo intorno, ovviamente.
e qui entra in gioco elettra. perchè la noto fra le tavolate gremite.

chi è elettra? boh, non lo so.
ma so che ha lo sguardo della foto. è lei, o un suo alter ego.
non so se è alta o bassa, con i capelli grassi o i boccoli dorati . ma mi immagino come si sente. è lì, un po' fuoriposto anche lei, fra il suo gruppo di amici o conoscenti, anche lei che ringrazia un tale, un suo amico (il suo "tizio") di essere lì se no la noia sarebbe totale. si sente un po' estraniata, non a disagio, ma semplicemente da un'altra parte, spettatrice e non partecipe. ha lo sguardo pensieroso, un po' malinconico, sperso sui luoghi esotici della sua mente. la sua intimità è interrotta solo da qualche conversazione fugace, da qualche battuta convenzionale, scambiata più per educazione che per interesse.

ecco, così mi immagino elettra, eterea. in mezzo alla caciara ma avvolta dal silenzio interiore. sì certo, non è sempre così, anche lei come tutti ha i suoi slanci, la sua allegria. ma la tiene in serbo per momenti speciali. ma lì, in quel dehor, quella sera, è come la ragazza della foto.

sarebbe buffo trovarsi in questa situazione. nello stesso posto, inconsapevoli di chi è l'una e di chi è l'altro, ingnorandoci reciprocamente come accade per tutti gli sconosciuti che ogni giorno si incontrano. sì, perchè viviamo limitati dai nostri involucri di carne e sangue e peli e pelle, sfiorandoci, entrando in contatto con le reciproche immagini-corpi senza poterne esplorare l'interno, in un pirandelliano gioco di maschere.
un po' l'opposto dei blog, forse.

vabbè basta cazzate... magari ci troveremo sì inconsapevolmente nello stesso momento nello stesso luogo, ma in una bella giornata di sole, spensierata, mentre ci sentiamo perfettamente completi e stiamo entrambi sorridendo e ridendo e giocando con la vita

1 commento:

  1. Mi fa uno strano effetto vedere il mio nome, seppur uno pseudonimo (che comunque ha qualcosa del mio nome vero) e la foto del mio blog sul tuo... Ti ringrazio per avermi dedicato questo post, è stato come un regalo inatteso!
    Comunque è incredibile quanto mi sia riconosciuta nella tua descrizione, non credevo che dal mio blog potesse trasparire così tanto di me...
    Sicuramente di me hai colto tanto...
    Ora però mi hai messo una curiosità tale che non so se ho voglia di aspettare che sia il CASO a farci trovare nello stesso momento nello stesso luogo... ;)

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