martedì 6 luglio 2010

tarrocchi


il nuovo proposito è di imparare a leggere i tarocchi. secondo il metodo di Jodorowsky. Il caro Jodo fra libri, film e fumetti mi ha già regalato diverse perle che hanno costellato il cambiamento di paradigma che si è abbattuto sulla mia povera e limitata coscienza negli ultimi anni. ora incuriosito dal suo approccio distante dai valori esoterici e più vicino agli archetipi junghiani ho iniziato a leggere un libro introduttivo: gli arcani maggiori hanno una simbologia che affonda le proprie radici in quel patrimonio comune alle culture precattoliche ma la cui genesi rimane ignota. come i miti, le carte dei tarocchi rappresentano l'inconscio collettivo, non riconducibile ad un'origine nota e uniforme ma che serve a delineare (ed esorcizzare) le paure e i drammi della vita umana che vengono tramandati di generazione in generazione. sono i sogni dei popoli. le contaminazioni con gli elementi e la mitologia, le allusioni religiose ed esoteriche, le simmetrie con la cabala e con alcuni tratti del misticismo orientale rendono i tarocchi affascinanti e inafferabili.

l'entusiasmo iniziale è stato affievolito dalla complessità della materia e dalla difficoltà di apprendere un'arte irrazionale e che non può essere trasmessa tramite un metodo analitico ma esclusivamente esperienziale. ma in fondo non può essere peggio del tantra e del resto fretta non ne ho.

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