giovedì 3 giugno 2010

mercato


lunedì mattina sono andato al mercato. sì sì lo so, è una notizia eccezionale, da pelle d'oca. il buco nell'oceano che vomita petrolio a fiumi o gli assalti israeliani a navi cariche di pericolosi aiuti umanitari passano subito in secondo piano rispetto alla spesa ortofrutticola in corso Brunelleschi. ormai sono giunto ad uno stadio di demenza senile precoce in cui ogni avvenimento viene caricato di significati superiori: "lo sa signora Pina che il signor Gino ha messo le ciliegie a 3.50 euro al chilo?" è ormai un'appetibile svolta nella quotidianità. infatti sono giorni che mangio ciliegie.

c'era il sole intenso, l'aria fresca, le nuvole sparse a chiazze nel cielo che quasi uno non ci credeva di essere a Torino. tutti erano allegri, o almeno così sembrava a me visto che ero di buon umore, i banchi erano colmi di frutta e verdura di stagione (vabbè adesso non esageriamo, di stagioni miste che ormai non si capisce più un cazzo), e poi i fiori, le piantine di basilico, e i banchi di alta moda femminile, e quelli con le ciabatte a 1 euro con in omaggio uno spremiagrumi, e i prodotti per la casa e il senegalese con gli occhiali da sole tarocchi. ed era tutto un vociare in mille lingue con il rumeno che saluta cerea la signora calabbrese e i contadini delle valli che parlano in piemontese stretto che non capisco niente e le teenagers tarre che minchia oh non sai quello cosa mi ha detto e la comara che si congratula per le albicocche dell'altro giorno.

no, giuro, non mi ero fatto una canna prima, mi piace davvero andare al mercato. forse perchè causa orari sono uno schiavo del carrefour, dove c'è sempre la stessa luce dei neon, dove gli interminabili scaffali mi ricordano sempre le immagini di koyaanisqatsi, dove su ogni prodotto si risparmia anche 3 centesimi ma la frutta, la verdura e la carne sono di polietilene espanso, dove non c'è vociare ma solo rumore e tutti stanno zitti o urlano per sgridare il bimbo che vuole la merendina di cui ha visto la pubblicità in tv. ecco, abituato all'alienazione dei centri commerciali, una mattina fra i banchi del mercato mi sembra un'immersione in un'altra epoca fatta di abitudini semplici e cultura popolare.

a volte penso che passare le giornate a fare la spesa quotidiana, a cucinare, a fare le faccende, insomma a fare il massaio non sia affatto così male. o forse sono uno dei tanti che ha degli orari di merda al lavoro e non riesce a fare le cose più normali...

1 commento:

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