lunedì 4 ottobre 2010

grigio

foto per gentile concessione di enrica

chi vive a torino lo sa. ci sono quelle giornate in cui si entra in intimità con le vie, le strade, la pioggia. molti identificano questa sensazione con un colore: grigio torino. è un espressione usata frequentemente qui. la toscana ha regalato a generazioni di pittori infinite varietà di colori ocra, varietà della terra identificata con i luoghi. torino non è la toscana. è la città della fiat, dei quartieri operai, di juvarra e del po. qui il colore peculiare è il grigio del cielo immobile imprigionato dalle alpi, un grigio piovoso, lento. no, la città non è più quella sensuale di fine estate, non si lascia guardare ammiccando, non ti seduce. è indifferente, malinconica, meccanica. la luce piatta si è fatta ora cupa, scura, eppur arricchisce i contrasti, sembra immersa in un perenne imbrunire serale, come se fosse indipendente dallo scorrere abituale del tempo della giornata.
e potrei girare per ore in macchina, a guidare nel traffico che sotto la pioggia diventa sempre caotico, impacciato. attraversare i lunghi viali asserragliati fra i grandi alberi che ostentano il loro ultimo verde, anche se ormai cupo, prima di lasciare spazio alle impressionistiche sfumature autunnali che sfoceranno presto in un difficile equilibrio fra il giallo e il rosso e il viola e l'arancione, in bilico fra l'estate passata e il prossimo inverno spoglio. guidare lungo le arterie cittadine, lasciando scorrere sui finestrini gli ampi isolati residenziali frutto delle speculazioni degli anni 70. mirafiori, san paolo, cit turin, per percorrere poi tutta via reis romolis, circondata dagli ultimi capannoni industriali rimasti dentro i confini comunali, giungere poi alla falchera e tornare indietro attraverso barriera di milano, il lungo dora, porta palazzo. passeggiare a piedi per le vie del centro, sotto i portici, sbucando poi nelle piazze scenografiche a godere della pioggia insistente, leggera e sottile.

nelle giornate grigio torino il centro storico smette di essere architettura, diventa solo lo sfondo per il lato urbano della città. i lampioni, i semafori luminescenti, le ragnatele intessute dai cavi d'acciaio della rete elettrica e tramviaria, la segnaletica, le luci delle automobili, le insegne dei bar e dei negozi, le pensiline delle fermate dei trasporti pubblici... questi elementi, solitamente impalpabili, marginali, assumono ora i ruoli di protagonisti dell'immagine della città. non più la collina, il fiume, il barocco discreto e le alpi stagliate sullo sfondo. nelle giornate grigio torino la città si perde nei suoi anfratti, nei sampietrini bagnati uniformemente, nelle code delle punto sul cavalcavia sopra la ferrovia.

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