giovedì 24 giugno 2010

Capra


" In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all'improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte ad una gigantesca danza cosmica. Essendo un fisico sapevo che la sabbia, le rocce, l'acqua e l'aria erano composte da molecole e da atomi in vibrazione, e che questi a loro volta erano costituiti da particelle che interagivano tra loro creando e distruggendo altre particelle. Sapevo anche che l'atmosfera della terra era continuamente bombardata da una pioggia di raggi cosmici, particelle ad alta energia sottoposte ad urti molteplici quando penetrano nell'atmosfera.

Tutto questo mi era noto dalle mie ricerche [...] ma seduto su quella spiaggia le mie esperienze presero vita; vidi scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti; vidi gli atomi degli elemnti e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne sentii la musica: in quel momento seppi che questa era la danza di Siva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù.

[...]

All'inizio sono stato aiutato sulla mia via dalle piante del potere che mi hanno mostrato come la mente possa fluire liberamente, come le intuizioni spirituali possano nascere spontaneamente, senza alcuno sforzo, emergendo dal profondo della coscienza. Ricordo la prima di tali esperienze. Verificandosi dopo anni di di approfondite riflessioni analitiche fu talmente travolgente che scoppia in lacrime mentre - non diversamente da Castaneda - annotavo le mie impressioni su un pezzo di carta."

Fritjof Capra,
Il Tao della Fisica

sabato 19 giugno 2010

osservatorio

apri l'immagine!!

e andavo quindi in giro per la città con una telecamera e chiedevo alle persone che incontravo se volevano mettersi in gioco e rispondere a 10 domande. osservavo i comportamente della gente, le loro reazioni, i loro blocchi o il loro interesse, osservavo i diversi atteggiamenti in base alle situazioni, se la cavia era sola o in compagnia, se ostentava sicurezza o imbarazzo. volevo penetrare il pensiero e l'emotività di chi vive intorno a me.
La prima domanda era semplice, facile facile: sei felice?
ma la seconda cos'è la felicità? generava solitamente uno sguardo spaesato, completamente impreparato a dare una risposta veramente esaudiente. forse alcuni si rendevano conto solo in quel momento che non si erano mai posti quella domanda dando per scontato di conoscere la risposta. molti confondono la felicità con il piacere o con la seratonina, altri ne hanno un'idea approssimativa, i più scaltri credono sia un bene fugace, inafferabile, altri considerano l'argomento come una domanda da crisi esistenziale adolescenziale e non si soffermano neanche a pensare che ogni loro gesto e azione sia inconsciamente mirata ad ottenerla (senza però avere consapevolezza di ciò che si vuole ottenere).
diciamocelo, ogni uomo anela a essere felice, ma bombardati di stronzate raramente abbiamo occasione di imparare come esserlo. e non è certo qualche libretto di uno psicologo da talkshow sullo scaffale del centro commerciale che ridarà serenità all'uomo moderno.

la risposta più bella, semplice ma dai significati impliciti me l'ha data un ragazzo spagnolo di 20 anni. era partito da barcellona con uno zaino e pochi soldi ed era venuto in italia per un viaggio di alcuni mesi. rasato, con una canottiera leggera, seduto a gambe incrociate e con gli occhi pieni d'amore per ogni cosa su cui posava lo sguardo: sembrava un monaco theravada. mi disse in un italiano approssimativo la felicità è essere felici anche quando si è tristi

giovedì 17 giugno 2010

sport


cosa sarebbe la vita senza un po' di sano sport? domenica scorsa ho deciso di dedicare addirittura l'intera giornata all'insegna della cultura sportiva. ho inziato la mattina, quando ancora addormentato mi sono recato nella palestra di periferia in cui mi alleno abitualmente. con i compagni di basket abbiamo organizzato un bel torneo con grigliata annessa: fra un canestro ed una costina abbiamo trascorso qualche ora lieta, con una griglia che solo a guardarla ti sentivi già spacciato per le sostanze cancerogene emesse e con una graziosissima tavola imbandita nei sotterranei della scuola...

ma poi nel primo pomeriggio sono partito per brescia per seguire l'ennesima avvincente sconfitta della squadra più sgangherata di torino. e sia ben chiaro: fin dalla partenza si era deciso che noi tutti tifosi del toro non ci saremmo per nulla lasciati coinvolgere dalle malelingue e dalle provocazioni che si erano susseguite nella settimana. noi siamo sportivi veri.
venerdì sera alcuni tifosi del brescia si erano recati al ritiro del toro in segno di sportività per far sapere ai nostri giocatori che erano i benvenuti e che anche loro speravano in una sana giornata di sport con bambini e famiglie e che vinca il migliore e tutte quelle robe lì come dice la tv. e noi siamo stati così commossi dal gesto distensivo e da tale segno di amicizia che sabato notte molti si erano già recati a brescia e incontrati gli autoctoni nelle vicinanze dell'albergo subito si è andati d'amore e d'accordo con tante risate e pacche sulle spalle. peccato che poi uno è inciampato e si è fatto tanto male ma non sarà certo quello a rovinare l'attesa e festosa giornata di calcio.

e così siamo partiti con pulman macchine furgoni e quant'altro e c'eravamo proprio tutti tante facce che non vedevo da tempo e a quello che era appena finito il daspo e quell'altro che era finito chissà dove e tutti che si salutavano come reduci di guerra, abbiamo pure recuperato degli amici che erano di ritorno da un torneo di tifosi in belgio e siamo giunti finalmente nell'agognata città lombarda. qui i simpatici poliziotti cittadini si sono prestati ad un serio e gentile servizio civico e ci hanno indicato la strada per un punto di raccolta da cui con pulman di linea ci hanno portato allo stadio. e ovvio dire che tutti eravamo muniti di biglietto e armati delle migliori intenzioni. purtroppo si sa che i tifosi del toro visti i risultati non hanno avuto ricambio generazionale e molti sono costretti dall'età ad andare in giro con dei bastoni per sorreggersi, sapete com'è, la giornata faticosa, il male alle ginocchia causa l'umidità e l'artrite la fanno da padroni...

finalmente giunti allo stadio siamo potuti scendere dai pulman per sgranchirci un po'. purtroppo a malincuore i nostri amici di sport bresciani non si vedevano. c'era invece un gruppo isolato che niente ha a che fare con queste belle giornate di sport, a cui non interessa nulla del calcio, con tanti brutti ceffi armati dalla testa ai piedi, vestiti tutti uguali e con il volto coperto. proprio non capirò mai perchè i carabinieri frequentino gli stadi...
ma ecco che da un muretto da dentro lo stadio un simpatico bresciano si arrampica per salutarci. non vi dico la gioia! tutti a festeggiare e a corrergli incontro offrendogli doni di vario genere: gadget da abbigliamento, bottiglie di birra, monetine ecc. e poi che festa tutto attorno! come a capodanno! razzi, petardi, fumogeni... abbiamo festeggiato all'insegna del ferplei insieme ai nostri amici bresciani per un bel po', poi è arrivato quel burlone tutto abbronzato e vestito sempre sgargiante che lavora in un ufficio torinese di cui non ricordo il nome (tipo dico pigos ditos qualcosa così) che lui invece non si sa divertire ed è sempre preoccupato che succeda qualcosa tipo incidenti e scontri fra opposte tifoserie. si vede che guarda troppa tv. alla fine per fargli un favore siamo entrati dentro il nostro settore. siamo stati così bravi che hanno deciso di aprire i cancelli senza bisogno delle solite formalità tipo biglietti documenti perquisizioni ma si sa, fra amici è così...

e poi ci siamo finalmente goduti la partita, fortuna che uno dei viaggianti da bruxelles era passato dall'olanda a comprare le sigarette che al 2-0 per il brescia mi sono potuto consolare un po'. alla fine, nonostante la sconfitta, eravamo comunque tutti contenti per questa bella giornata di sport all'italiana e per condividere la promozione della compagine avversaria qualcuno ha ancora avuto la bella idea di sparare un paio di fuochi d'artificio come si fa nei matrimoni dei vip...

giovedì 3 giugno 2010

mercato


lunedì mattina sono andato al mercato. sì sì lo so, è una notizia eccezionale, da pelle d'oca. il buco nell'oceano che vomita petrolio a fiumi o gli assalti israeliani a navi cariche di pericolosi aiuti umanitari passano subito in secondo piano rispetto alla spesa ortofrutticola in corso Brunelleschi. ormai sono giunto ad uno stadio di demenza senile precoce in cui ogni avvenimento viene caricato di significati superiori: "lo sa signora Pina che il signor Gino ha messo le ciliegie a 3.50 euro al chilo?" è ormai un'appetibile svolta nella quotidianità. infatti sono giorni che mangio ciliegie.

c'era il sole intenso, l'aria fresca, le nuvole sparse a chiazze nel cielo che quasi uno non ci credeva di essere a Torino. tutti erano allegri, o almeno così sembrava a me visto che ero di buon umore, i banchi erano colmi di frutta e verdura di stagione (vabbè adesso non esageriamo, di stagioni miste che ormai non si capisce più un cazzo), e poi i fiori, le piantine di basilico, e i banchi di alta moda femminile, e quelli con le ciabatte a 1 euro con in omaggio uno spremiagrumi, e i prodotti per la casa e il senegalese con gli occhiali da sole tarocchi. ed era tutto un vociare in mille lingue con il rumeno che saluta cerea la signora calabbrese e i contadini delle valli che parlano in piemontese stretto che non capisco niente e le teenagers tarre che minchia oh non sai quello cosa mi ha detto e la comara che si congratula per le albicocche dell'altro giorno.

no, giuro, non mi ero fatto una canna prima, mi piace davvero andare al mercato. forse perchè causa orari sono uno schiavo del carrefour, dove c'è sempre la stessa luce dei neon, dove gli interminabili scaffali mi ricordano sempre le immagini di koyaanisqatsi, dove su ogni prodotto si risparmia anche 3 centesimi ma la frutta, la verdura e la carne sono di polietilene espanso, dove non c'è vociare ma solo rumore e tutti stanno zitti o urlano per sgridare il bimbo che vuole la merendina di cui ha visto la pubblicità in tv. ecco, abituato all'alienazione dei centri commerciali, una mattina fra i banchi del mercato mi sembra un'immersione in un'altra epoca fatta di abitudini semplici e cultura popolare.

a volte penso che passare le giornate a fare la spesa quotidiana, a cucinare, a fare le faccende, insomma a fare il massaio non sia affatto così male. o forse sono uno dei tanti che ha degli orari di merda al lavoro e non riesce a fare le cose più normali...