giovedì 22 ottobre 2009

latte


periodo di tranquillità, assorbito dalla casa nuova anche se il trasferimento è ancora lontano. per il resto poche novità: gli amici, il lavoro, la famiglia, gli svaghi... tutto al solito. mi sento sereno ma non particolarmente creativo, non sento nuovi stimoli, non mi intrufolo con curiosità felina dietro nessuna nuova porta.
periodi. vanno e vengono. ce ne sono alcuni di scoperta, altri no. poco male. mi sento un po' così, come il lattaio anni 50 che ogni giorno portava il latte fresco casa per casa, facendo sempre lo stesso giro e salutando di buonumore sempre le stesse persone. percorro la mia semplice quotidianità.

venerdì 16 ottobre 2009

casa2


e buco sia. con la casa intorno ovviamente. dopo mesi, mesi, mesi e mesi finalmente la ricerca della casa è terminata. la scelta è andata su quello strano interno cortile con il tetto bucato e le stanze intorno, la famosa mentina polo già accennata precedentemente.

so che molti amici aspettavano con ansia e trepidazione la notizia della firma dell'accordo in modo da non essere più invasi dalle varie novità che venivano snocciolate ad ogni incontro... ma non vi preoccupate, morto un papa se ne fa un altro: quindi non vi assilerò più con mq, infissi, terrazzi e disposizione dei muri e degli spazi ma bensì con l'arredamento e accessori! mi si è aperto un mondo fatto di ante scorrevoli, piani di lavoro in pietra, mobili con ruote, penisole che navigano per la rete per finire poi nel mio soggiorno... e poi la tinta alle pareti, le luci e tutte le minchiate che riempono le nostre case: passeggiate infinite all'Ikea e passeggiate infinite ovunque per evitare di comprare all'Ikea. probabilmente ci sarà un compromesso, ma non temete miei cari, vi terrò aggiornati.

unico clichè da cui sto alla lontana è il maxitelevisoredoublesurround, la tv è già da tempo abolita a favore del pc... almeno quello...

mercoledì 7 ottobre 2009

so


cos'è questo golpe? io so


io so. io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere). io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.

io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.

io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974). io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum". io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine a criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).

io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli. io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari. io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.

io so. ma non ho le prove. non ho nemmeno indizi. io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.

Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.

[...]

Pier Paolo Pasolini
Corriere della Sera, 14 novembre 1974

articolo completo: http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html

martedì 6 ottobre 2009

settanta


ognuno di noi ha dei temi tormentone. interessi che lo affascinano e che di tanto in tanto tornano a galla catalizzando la propria attenzione. è così anche a livello collettivo e mediatico: ci sono argomenti che spontaneamente o meno invadono periodicamente tv e giornali, sia che siano problemi sociali sia che siano temi più frivoli... se ne stanno lì tranquilli a sonnecchiare, sembrano scomparsi nell'oblio della memoria e poi improvvisamente esplodono come supernove: dai disastri petroliferi in nigeria alla mania per i dinosauri. e ovviamente tutti, dico tutti, dalla portinaia a bruno vespa, si accingono a commentare con aria da esperti.

ora per me è di nuovo il periodo anni di piombo. in un paio di mesi ho ingurgitato "Petrolio" di Pasolini, "Storia Nera" scritto da Colombo in collaborazione con Fioravanti e la Mambro e ho finalmente visto "Romanzo Criminale" di Placido. quindi, ovviamente, forte anche dei vari Blu Notte, mi sento anch'io alquanto arguto ed esperto sugli anni del terrorismo...

quel periodo storico esercita su di me un grande fascino. la mia generazione non sa quasi nulla di quello che è successo e spesso le chiavi di lettura sono così nascoste e mistificate dalla propaganda mediatica che anche la generazione che lo ha vissuto in prima persona ne ha un'idea sommaria, approssimativa.

in primis mi affascina la follia ma anche la vitalità dei militanti rossi e neri, spesso manovrati ad hoc, ma pronti a sacrificare energie, studi e vita in nome di un qualche ideale, magari neanche meglio identificato, ma in qualche modo aspirato e ambito. certo c'era la violenza, le bombe, gli scontri: a 16 anni in piazza con il bastone, a 17 con la pistola, a 18 con il tritolo. certo c'era il terrorismo e spesso anche chi terrorista non era veniva coinvolto volente o nolente, perchè se frequenti un gruppo politico la linea di confine fra te, i tuoi amici e gli amici di amici e pure con i tuoi nemici può essere molto labile. e l'attività terroristica non è cosa buona e giusta.
ma molti dei giovani di quegli anni frequentavano dei nuclei aggregativi basati sulla politica, sui problemi sociali, sulla creatività, erano guidati dall'idea di un cambiamento possibile, reale o fantastico che fosse non importa: il loro sogno era sociale, comunitario, sia a destra che a sinistra. non individualista, non di fare il tronista o la valletta, e porcaputtana c'è una bella differenza... oggi a 16 anni si guarda maria de filippi in tv, a 17 la si guarda sull'iphone, a 18 si va a fare il casting.

alla fine degli anni '70 le divergenze fra rossi e neri erano quasi solo di facciata, mentre il rifiuto delle politiche democristiane faceva da collante. si pensava ad una possibile strada contrapposta al sistema capitalista, consumista e demagogico, c'era il rifiuto di un modo di vivere che sembrava inevitabile, quasi che fosse l'unico.
è anche vero che molti attivisti si sono poi ben ambientati, riciclati e sollazzati in tutto quello che contestavano ferocemente...

gli anni di piombo terminarono nei primi anni 80. spesso si identifica la strage della stazione di bologna come l'ultimo atto di quella stagione. non so perchè ma ho la sensazione che se dovessi definire il giro di boa del paese punterei sulla vittoria dei mondiali dell'Italia nell'82, forse il vero passaggio dal periodo del terrorismo agli anni ruggenti della Milano da bere in cui si dimenticarono in fretta e furia gli ideali (e le ideologie) con relativi attriti del decennio precedente per godersi invece il frutto del boom economico.

ma l'altro aspetto affascinante è la vittoria dello Stato, sia esso quello di facciata o quello nascosto, che ha manovrato, occultato, ucciso. erano anni in cui il fine giustificava i mezzi e non solo fra i terroristi. l'intreccio fra movimenti extra-parlamentari, criminalità, servizi segreti, partiti e interessi nascosti era ramificato e indistinguibile. sono intrecci che portano a indagini farsa, ai processi deviati, a leggende o verità che partono dal progetto gladio fino alla P2: la stagione politica storicamente identificata come strategia della tensione. quello che è certo è che nessuno ci ha ancora raccontato bene cos'è successo, quello che è certo è che i mandanti delle stragi non sono mai stati trovati. centinaia di morti, nessun condannato. ammesso che esista una sola e unica verità da raccontare, comunque non ce l'hanno raccontata. ma qualcosa si intuisce, emerge dalle dinamiche in gioco. Pasolini lo sa bene e la sua morte fa parte proprio di uno di quegli intrecci...

lo Stato ha vinto, non saprei neanche bene definire qual'è lo Stato che ha vinto, ma comunque è quello che è stato scelto per noi, dandoci invece l'illusione di averlo scelto noi. pochi anni dopo il muro di Berlino è crollato, ogni ideologia che non si muove all'interno dello schema del sistema economico e politico attuale è stata isolata, sminuita, spolpata di ogni spessore. quello che si dice pensiero unico: nessuna controcultura, nessuna alternativa, tutto ciò che esula dal nostro perfettissimo modello ci viene presentato come marginale, estremista, pericoloso o riciclato come moda al suo interno. non riusciamo a immaginare nient'altro che questo. è un periodo di forte annientamento e appiattimento culturale. ci è stato imposto non con la coercizione ma con il condizionamento o addirittura con l'autocondizionamento. roba che Macchiavelli manco se la sognava. tutto è materiale, relativo a convenienza economica, un Paese si misura in base al Pil e al suo tasso di crescita, la convenienza a fare una qualsiasi azione è basata sui costi. sì certo, qualcuno dirà "No! io non sono così", ma le regole in cui devi condurre la vita invece sì...