martedì 6 ottobre 2009
settanta
ognuno di noi ha dei temi tormentone. interessi che lo affascinano e che di tanto in tanto tornano a galla catalizzando la propria attenzione. è così anche a livello collettivo e mediatico: ci sono argomenti che spontaneamente o meno invadono periodicamente tv e giornali, sia che siano problemi sociali sia che siano temi più frivoli... se ne stanno lì tranquilli a sonnecchiare, sembrano scomparsi nell'oblio della memoria e poi improvvisamente esplodono come supernove: dai disastri petroliferi in nigeria alla mania per i dinosauri. e ovviamente tutti, dico tutti, dalla portinaia a bruno vespa, si accingono a commentare con aria da esperti.
ora per me è di nuovo il periodo anni di piombo. in un paio di mesi ho ingurgitato "Petrolio" di Pasolini, "Storia Nera" scritto da Colombo in collaborazione con Fioravanti e la Mambro e ho finalmente visto "Romanzo Criminale" di Placido. quindi, ovviamente, forte anche dei vari Blu Notte, mi sento anch'io alquanto arguto ed esperto sugli anni del terrorismo...
quel periodo storico esercita su di me un grande fascino. la mia generazione non sa quasi nulla di quello che è successo e spesso le chiavi di lettura sono così nascoste e mistificate dalla propaganda mediatica che anche la generazione che lo ha vissuto in prima persona ne ha un'idea sommaria, approssimativa.
in primis mi affascina la follia ma anche la vitalità dei militanti rossi e neri, spesso manovrati ad hoc, ma pronti a sacrificare energie, studi e vita in nome di un qualche ideale, magari neanche meglio identificato, ma in qualche modo aspirato e ambito. certo c'era la violenza, le bombe, gli scontri: a 16 anni in piazza con il bastone, a 17 con la pistola, a 18 con il tritolo. certo c'era il terrorismo e spesso anche chi terrorista non era veniva coinvolto volente o nolente, perchè se frequenti un gruppo politico la linea di confine fra te, i tuoi amici e gli amici di amici e pure con i tuoi nemici può essere molto labile. e l'attività terroristica non è cosa buona e giusta.
ma molti dei giovani di quegli anni frequentavano dei nuclei aggregativi basati sulla politica, sui problemi sociali, sulla creatività, erano guidati dall'idea di un cambiamento possibile, reale o fantastico che fosse non importa: il loro sogno era sociale, comunitario, sia a destra che a sinistra. non individualista, non di fare il tronista o la valletta, e porcaputtana c'è una bella differenza... oggi a 16 anni si guarda maria de filippi in tv, a 17 la si guarda sull'iphone, a 18 si va a fare il casting.
alla fine degli anni '70 le divergenze fra rossi e neri erano quasi solo di facciata, mentre il rifiuto delle politiche democristiane faceva da collante. si pensava ad una possibile strada contrapposta al sistema capitalista, consumista e demagogico, c'era il rifiuto di un modo di vivere che sembrava inevitabile, quasi che fosse l'unico.
è anche vero che molti attivisti si sono poi ben ambientati, riciclati e sollazzati in tutto quello che contestavano ferocemente...
gli anni di piombo terminarono nei primi anni 80. spesso si identifica la strage della stazione di bologna come l'ultimo atto di quella stagione. non so perchè ma ho la sensazione che se dovessi definire il giro di boa del paese punterei sulla vittoria dei mondiali dell'Italia nell'82, forse il vero passaggio dal periodo del terrorismo agli anni ruggenti della Milano da bere in cui si dimenticarono in fretta e furia gli ideali (e le ideologie) con relativi attriti del decennio precedente per godersi invece il frutto del boom economico.
ma l'altro aspetto affascinante è la vittoria dello Stato, sia esso quello di facciata o quello nascosto, che ha manovrato, occultato, ucciso. erano anni in cui il fine giustificava i mezzi e non solo fra i terroristi. l'intreccio fra movimenti extra-parlamentari, criminalità, servizi segreti, partiti e interessi nascosti era ramificato e indistinguibile. sono intrecci che portano a indagini farsa, ai processi deviati, a leggende o verità che partono dal progetto gladio fino alla P2: la stagione politica storicamente identificata come strategia della tensione. quello che è certo è che nessuno ci ha ancora raccontato bene cos'è successo, quello che è certo è che i mandanti delle stragi non sono mai stati trovati. centinaia di morti, nessun condannato. ammesso che esista una sola e unica verità da raccontare, comunque non ce l'hanno raccontata. ma qualcosa si intuisce, emerge dalle dinamiche in gioco. Pasolini lo sa bene e la sua morte fa parte proprio di uno di quegli intrecci...
lo Stato ha vinto, non saprei neanche bene definire qual'è lo Stato che ha vinto, ma comunque è quello che è stato scelto per noi, dandoci invece l'illusione di averlo scelto noi. pochi anni dopo il muro di Berlino è crollato, ogni ideologia che non si muove all'interno dello schema del sistema economico e politico attuale è stata isolata, sminuita, spolpata di ogni spessore. quello che si dice pensiero unico: nessuna controcultura, nessuna alternativa, tutto ciò che esula dal nostro perfettissimo modello ci viene presentato come marginale, estremista, pericoloso o riciclato come moda al suo interno. non riusciamo a immaginare nient'altro che questo. è un periodo di forte annientamento e appiattimento culturale. ci è stato imposto non con la coercizione ma con il condizionamento o addirittura con l'autocondizionamento. roba che Macchiavelli manco se la sognava. tutto è materiale, relativo a convenienza economica, un Paese si misura in base al Pil e al suo tasso di crescita, la convenienza a fare una qualsiasi azione è basata sui costi. sì certo, qualcuno dirà "No! io non sono così", ma le regole in cui devi condurre la vita invece sì...
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http://www.youtube.com/watch?v=UcshyG7ToUo&feature=related
RispondiEliminaForse era solo lo sfogo di un ragazzo arrabbiato,
RispondiEliminaMa io vent'anni dopo non l'ho ancora dimenticato,
Perchè, sai, certe emozioni, specialmente se sincere
Le conservo nella mente e diventano bandiere.
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Cambian le facce signori, gira la ruota del tempo,
Ma la mia vecchia canzone si alza ancora nel vento.
Stiamo buttando alle ortiche, per inseguire il potere,
La nostra Fede più antica e le ragioni più vere.
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
C'hanno detto "Ragazzi, qualcuno si era sbagliato,
Adesso tutto cambia, viva il libero mercato".
Ma c'è qualcosa che stona in questo ragionamento
Qualcosa che non perdona, qualcosa che resta nel vento.
Saranno le voci di molti che c'hanno già lasciato e non
Mi pare che siano morti gridando "Viva il libero mercato".
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!
Anche se tutti...noi no!